
Sono ancora tutte da chiarire le cause dell'incidente avvenuto giovedì pomeriggio sul Monte Faito
CASTELLAMARE DI STABIA - È la Procura di Torre Annunziata ad aver aperto un fascicolo per la tragedia avvenuta giovedì pomeriggio sulle pendici del Monte Faito, in Campania. La rottura del cavo traente della funivia, attrazione molto popolare tra i turisti che frequentano la zona, ha fatto cadere la cabina a monte in un dirupo, uccidendo quattro degli occupanti e provocando il ferimento grave di un quinto.
A bordo si trovavano il macchinista e due coppie di turisti, una inglese (entrambi deceduti) e una israeliana. La persona ferita è ricoverata in ospedale, con entrambe le gambe rotte. La prognosi è riservata.
Umberto De Gregorio è il presidente dell'Eav, l'azienda di trasporto regionale che gestisce la funivia. Si è recato sul posto appena avuta notizia dell'incidente. Parlando con i giornalisti, ha spiegato: «Siamo distrutti, la funivia è un fiore all'occhiello». La riapertura è avvenuta in occasione della Pasqua ed è stata preceduta da «tre mesi di collaudi», assicura. L'azienda ha fatto tutto ciò che doveva sul fronte della sicurezza e per questo nessuno sa spiegarsi che cosa è accaduto. Certamente dovrà essere appurato, ma ci vorrà del tempo».
È lo stesso De Gregorio a illustrare la dinamica dell'incidente e il destino ben diverso che ha colpito le due cabine. «Si è rotto il cavo trainante della cabina che stava salendo - prosegue De Gregorio - la cabina a valle non ha avuto conseguenze, si è solo bloccata e le persone sono state salvate tutte. La cabina a monte, invece, crediamo che sia andata a tutta velocità contro il pilone e poi sia precipitata».
Le condizioni meteo in quel momento erano avverse, con nebbia e maltempo diffuso. Ma non hanno influito, assicura De Gregorio. «C'è un sistema complesso che blocca la funivia quando il vento supera il livello di guardia, quindi non è stato quello». A proposito del dipendente Eav morto nella sciagura, ricorda che «amava la funivia, voleva stare qui e da nessuna altra parte. Stava più in funivia che a casa». L'uomo lascia una moglie e un figlio di 20 anni.
Ci sono analogie con una tragedia che destò profonda impressione, quella del Mottarone del maggio 2021. Anche in quel caso si verificò la rottura del cavo traente ma questa volta, a differenza di quanto accaduto in Piemonte quasi quattro anni fa, i freni di emergenza delle cabine sarebbero entrati in funzione. Saranno tecnici e inquirenti a stabilire cosa è andato storto.
#Napoli, incidente funivia monte #Faito: rimosso nella notte dai #vigilidelfuoco il cavo sulla linea elettrica Circumvesuviana.
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) April 18, 2025
Venti unità ancora impegnate, prevista la messa in sicurezza della cabina precipitata per evitare ulteriori movimenti lungo il pendio [#18aprile 8:00]