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LECCOLa doppia tragedia di Lecco, scarcerato l'86enne. La nipote: «Ultimo gesto d’amore»

09.02.23 - 12:23
L'anziano è stato trasferito ieri in una comunità. Oggi invece l'autopsia sul corpo della scrittrice trovata nella sua Panda finita nel lago
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La doppia tragedia di Lecco, scarcerato l'86enne. La nipote: «Ultimo gesto d’amore»
L'anziano è stato trasferito ieri in una comunità. Oggi invece l'autopsia sul corpo della scrittrice trovata nella sua Panda finita nel lago

LECCO - Si delineano i contorni della doppia tragedia verificatasi a Lecco nella notte tra il cinque e il sei febbraio: la morte di un'anziana, strangolata a mani nude dal marito, e il ritrovamento del corpo di una donna, scrittrice e psicologa, all'interno della sua Fiat Panda, recuperata dai sommozzatori.

La tragedia della sofferenza - Ci sarebbe un retroscena di solitudine, malattia e tristezza dietro la scelta dell'anziano ferroviere in pensione di porre fine alle sofferenze della moglie, coetanea e da tempo malata. E un post pubblico della giovane nipote - rilanciato dai media italiani - prova a chiarire e restituire la verità e le motivazioni di una scelta disperata. «Ha rovinato la sua vita compiendo forse paradossalmente l’ultimo gesto d’amore che potesse fare», scrive la nipote che non vuole giustificare ma «rendere giustizia» ai fatti.

L'86enne, sposato dal 1964, non avrebbe dunque più retto nel veder soffrire, con insopportabili dolori alle ossa, la moglie, «una persona anziana allettata», che «dopo più di 11 ore, trascorse in ospedale in completa solitudine, è stata mandata a casa» con la sola indicazione di assumere paracetamolo ogni otto ore. Ha spiegato ancora la nipote, ponendo l'accento sullo stato di abbandono che il nonno ha dovuto affrontare. Infine un ultimo saluto: «Ciao nonna, ti porto nel cuore. Ciao capo, ti aspetto fuori».

Le parole dell'avvocato - «Crediamo che alle spalle di quanto accaduto ci sia stato un periodo di grandi fatiche e sofferenze – ha detto l’avvocato difensore Richard Martini a LeccoNotizie – che potrebbe averlo provato nel profondo e aver turbato le sue capacità in quel momento». E ancora, «la moglie, turbata dai dolori che sopportava da diverso tempo, aveva espresso più volte la sua fatica nel proseguire e il desiderio che questo dolore finisse», ha aggiunto il legale.

La scarcerazione - Dopo l'arresto e gli interrogatori, l'anziano uomo, su decisione del Giudice per le indagini preliminari, ieri ha potuto lasciare il carcere di Pescarenico per essere trasferito in una comunità socio educativo. Una decisione dettata dall'età avanzata, dallo stato di salute e anche dal retroscena umano della vicenda. Il legale di parte ha anche richiesto che sia la perizia psichiatrica a determinare la capacità d'intendere e di volere nel momento del delitto. Resta l'accusa di omicidio aggravato che la difesa - si apprende - potrebbe chiedere di trasformare in omicidio del consenziente.

La scrittrice senza vita nell'auto immersa nel lago - Quanto invece al ritrovamento del corpo della scrittrice e psicologa, avvenuto la stessa mattina del sei febbraio scorso, all'interno della propria auto immersa nelle acque del lago in località Rivabella, le indagini proseguono e non si esclude ancora nessuna pista.

Maria Cristina Janssen, scrittrice e psicologa 65-enne, verrà sottoposta ad autopsia nella giornata di oggi. Procedura necessaria per stabilire le cause che hanno portato al decesso. Si dovrà accertare, ad esempio, se la donna sia annegata all'interno dell'auto. Ci sarebbero infatti alcuni lividi sulle ginocchia della vittima che potrebbero far pensare ad un estremo tentativo di salvarsi, uscendo dall'abitacolo.

Come reso noto fin dall'inizio dell'inchiesta, la psicologa è stata infatti ritrovata sui sedili anteriori dell'auto: una volta in acqua, potrebbe forse avere cercato di sfondare il lunotto anteriore. Ma, come detto, saranno gli inquirenti a stabilire esatta dinamica e cause.

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