Cerca e trova immobili
ECUADOR

30 morti e 47 feriti dopo violenti scontri nel penitenziario di Guayaquil

I detenuti hanno fatto ricorso ad armi da fuoco e addirittura granate
keystone-sda.ch / STR (Angel DeJesus)
Morti e feriti in un carcere dell'Ecuador.
30 morti e 47 feriti dopo violenti scontri nel penitenziario di Guayaquil
I detenuti hanno fatto ricorso ad armi da fuoco e addirittura granate
QUITO - È di 30 morti e 47 feriti il bilancio dei violenti scontri che sono scoppiati in un carcere in Ecuador. All'origine ci sarebbe uno scontro tra bande all'interno del penitenziario di Guayaquil, nella parte sud-ovest del paese. Sarebbero...

QUITO - È di 30 morti e 47 feriti il bilancio dei violenti scontri che sono scoppiati in un carcere in Ecuador.

All'origine ci sarebbe uno scontro tra bande all'interno del penitenziario di Guayaquil, nella parte sud-ovest del paese. Sarebbero state usate armi da fuoco e addirittura granate. Il controllo della struttura è stato ripreso solo dopo cinque ore, ha precisato il servizio carcerario nazionale. «La presenza dello stato e della legge devono essere sentiti» ha dichiarato il governatore Pablo Arosemena una volta che la situazione è tornata alla normalità.

Non si tratta di un fenomeno inedito per l'Ecuador: nel mese di luglio il presidente Guillermo Lasso aveva decretato lo stato di emergenza dopo che, in seguito a diversi episodi di violenza, oltre 100 detenuti avevano perso la vita. Il tutto è causato principalmente dalla rivalità tra gang affiliate ai cartelli della droga messicani, principalmente quelli Jalisco Nuova Generazione e Sinaloa.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE