Cerca e trova immobili

IRANSiamo tutti Mahsa Amini

11.10.22 - 06:30
Uccise perché non portavano il velo in modo corretto. Il mondo si sta indignando. Cosa sta succedendo in Iran?
AFP
Siamo tutti Mahsa Amini
Uccise perché non portavano il velo in modo corretto. Il mondo si sta indignando. Cosa sta succedendo in Iran?

Ci sono eventi che nella loro crudeltà e tristezza risvegliano periodicamente le nostre coscienze dormienti e latenti su grandi tematiche. È il caso purtroppo di Mahsa Amini, iraniana di Saqqez (Iran occidentale), che mentre si trovava in vacanza a Teheran è stata arrestata dalla polizia morale perché indossava male l’hijab con la conseguenza che alcune ciocche di capelli erano fuoriuscite dal velo. Mahsa Amini, il cui nome di battesimo in curdo è Jhina, è deceduta in ospedale il 16 settembre, tre giorni dopo essere stata fermata dallo speciale reparto di polizia che vigila sul rispetto dei costumi privati dei cittadini. Era in compagnia del fratello, è stata condotta in un centro di detenzione per essere istruita al corretto utilizzo dell’hijab. Ed invece, arrivata alla stazione di polizia, secondo le ricostruzioni, Mahsa sarebbe stata picchiata senza pietà, tanto violentemente da farla cadere in coma per tre giorni fino alla morte.

La rivolta delle donne iraniane - La morte di Mahsa Amini ha suscitato proteste in varie parti dell'Iran, in Afghanistan allargandosi poi a tutto il mondo. Situazione, tra l’altro, esplosa in un momento di forti tensioni tra società civile e establishment dopo che il 15 agosto il presidente Ebrahim Raisi aveva firmato un decreto volto ad intervenire sul codice di abbigliamento femminile, con una lunga lista di prescrizioni. Manifestazioni si susseguono ed in prima linea ci sono proprio loro, le donne iraniane e afghane che si ribellano alla legge in questione che riguarda l’obbligo del velo, imposto in Iran dall’ayatollah Khomeini e che risale alla Rivoluzione islamica del 1979.

Donna, vita, libertà - Lo slogan che viene dalle strade di Teheran è ”Zhen, Zhian, Azadi”, che significa “Donna, vita, libertà”, con le giovani che sventolavano i loro hijab e li bruciavano davanti alla polizia. Ma la repressione col pugno di ferro da parte delle forze di sicurezza iraniane ha scaturito una scia di sangue. I militari hanno aperto il fuoco contro i dimostranti scesi in piazza. Morti diversi manifestanti, secondo le varie ong impegnate sul territorio il numero potrebbe aggirarsi intorno al centinaio con oltre mille arresti. Ma si va avanti nel nome di Mahsa senza paura delle ripercussioni. Come purtroppo accaduto ad Hadis Najafi, un’altra giovane iraniana, di soli 20 anni, che era diventata un po’ il simbolo della protesta, apparsa in un video diventato virale sui social, in cui la ragazza, senza velo, si legava i capelli prima di prendere parte a una manifestazione di piazza. Uccisa con sei proiettili nella città di Karaj. E poi Sarina Esmailzadeh, una ragazza di 16 anni di Mehrshahr, a Karaj, è stata uccisa con molteplici colpi di manganello da parte delle forze di sicurezza durante le proteste del 22 settembre. E ancora Nika Shakarami, 17 anni, scomparsa il 20 settembre dopo aver preso parte alle proteste sul Keshavarz Boulevard. Il suo corpo senza vita è stato restituito alla sua famiglia il 1° ottobre, con la testa fracassata.

Il Governo minimizza- Il Governo iraniano minimizza e fornisce spiegazioni fantasiose sulle cause di morte. Ma in rete aumentano i video testimonianza della violenta repressione militare. Intanto sabato la tv di Stato è stata hackerata: è stata trasmessa una schermata con la faccia del leader Khamenei in fiamme mentre sotto scorrevano i volti di alcuni dei manifestanti uccisi in queste settimane. Mentre domenica le forze di sicurezze iraniane hanno arrestato diversi studenti direttamente dalle scuole e portandoli via in furgoni senza targa.

AFP

Taglio dei capelli, e la protesta diventa VIP - Il mondo dello spettacolo non è rimasto insensibile a quando sta succedendo in Iran da oramai quasi un mese a questa parte dalla morte di Mahsa Amini. Le attrici premi Oscar Marion Cotillard e Juliette Binoche, così come altre star francesi del cinema e della musica, si sono filmati mentre si tagliavano ciocche di capelli in un video per sostenere i manifestanti in Iran. Il video, pubblicato sul profilo Instagram di Binoche con l'hashtag HairForFreedom, Decine le celebrità dello show business che hanno aderito, tra cui Isabelle Adjani, Isabelle Huppert Charlotte Rampling e Charlotte Gainsbourg, che è stata anche filmata mentre tagliava i capelli a sua madre, l'attrice e cantante Jane Birkin.

A Milano è stato realizzato e subito rimosso il murales che ritraeva Marge Simpson con la chioma tagliata dal titolo 'The Cut', creato dall'artista di strada AleXsandro Palombo, davanti al Consolato iraniano.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE