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CINA

Ricompensa per gli spioni: fino a 15mila franchi per un'informazione

Il governo cinese ha lanciato una campagna che ricompensa i cittadini che collaborano alla sicurezza nazionale
Depositphotos (Balefire9)
Ricompensa per gli spioni: fino a 15mila franchi per un'informazione
Il governo cinese ha lanciato una campagna che ricompensa i cittadini che collaborano alla sicurezza nazionale
PECHINO - Sicurezza e sovranità garantite a cinque zeri. In Cina è entrata in vigore una nuova misura atta a incoraggiare i cittadini a parlare con le autorità e a fornire informazioni sensibili su possibili violazioni, garantend...

PECHINO - Sicurezza e sovranità garantite a cinque zeri. In Cina è entrata in vigore una nuova misura atta a incoraggiare i cittadini a parlare con le autorità e a fornire informazioni sensibili su possibili violazioni, garantendo in cambio una ricompensa che può superare anche i 100mila yuan.

In vista del congresso nazionale del Partito comunista cinese, Pechino ha lanciato una campagna per intensificare il controllo sulla sicurezza e sulla sovranità del Paese. Il ministro della pubblica sicurezza Zhao Kezhi ha annunciato l'entrata in vigore di una nuova misura che va a sommarsi alle leggi già implementate in materia di anti-spionaggio.

In particolare, riporta il South China Morning Post, «chiunque sia in grado di dare informazioni precise o verificabili inerenti ad atti illeciti non ancora note allo Stato e considerabili violazioni della sicurezza nazionale, potrà ricevere una ricompensa nel caso in cui il ragguaglio sia confermato dagli inquirenti». Il premio potrà avere valore simbolico, sotto forma di certificato, o monetario. Chi sarà in grado di dare informazioni pertinenti riceverà dai 10 ai 100mila yuan - che corrispondono a quasi 15mila franchi.

Zhao Kezhi ha sottolineato che il Partito vuole che il pubblico si senta entusiasta «nel poter partecipare attivamente e supportare la sicurezza nazionale». I cittadini possono riportare delle informazioni tramite hotline, web, di persona o anonimamente. E nel caso in cui dovessero subire ritorsioni nella sfera privata e lavorativa «per il loro buon agire», Pechino promette sanzioni.

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