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FRANCIA

In Francia la protesta dei cattolici contro il divieto di messa

Il ministro dell'interno: «Non esisterò a mandare polizia e gendarmi»
Keystone
Fonte ATS
In Francia la protesta dei cattolici contro il divieto di messa
Il ministro dell'interno: «Non esisterò a mandare polizia e gendarmi»
Nel frattempo i ristoratori intendono presentare ricorso contro la decisione di chiudere le attività per il lockdown
PARIGI - Continuano in Francia le proteste di parte del mondo cattolico contro il divieto che - nel periodo di lockdown - proibisce i raduni e, di conseguenza, anche le messe. Numerose sono state negli ultimi giorni le riunioni di fedeli, anche dive...

PARIGI - Continuano in Francia le proteste di parte del mondo cattolico contro il divieto che - nel periodo di lockdown - proibisce i raduni e, di conseguenza, anche le messe.

Numerose sono state negli ultimi giorni le riunioni di fedeli, anche diverse centinaia, fuori dalle chiese di Parigi, Nantes, Bordeaux e altre città. In alcuni casi, i sacerdoti sono usciti dalle chiese e hanno celebrato messe o alcune parti della funzione.

Il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, ha avvertito che non esiterà a «inviare poliziotti e gendarmi a fare multe» nel caso di «azioni ripetute» dei cattolici, durante il fine settimana, per la ripresa delle messe.

«La libertà di culto - ha proseguito il ministro - è certamente importante, abbiamo lasciato aperti i luoghi di culto. Ma la vita è più importante di tutto e la vita è lottare contro il coronavirus».

I cattolici hanno previsto diverse manifestazioni, due in particolare a Parigi, davanti alla chiesa di Saint-Sulpice, e a Nantes, dove 500 fedeli si erano riuniti la settimana scorsa.

Ristoratori pronti a fare ricorso - Nel frattempo in Francia c'è malcontento anche da parte dei ristoratori, che hanno ora intenzione di ricorrere in tribunale contro la decisione del governo di chiudere i loro locali per il lockdown, secondo quanto annunciato oggi dall'Umih, il principale sindacato della categoria.

Secondo il sindacato, il ricorso citerà la «violazione del principio di eguaglianza» e sarà pronto «entro il 20 novembre». Il primo ministro Jean Castex, nel suo discorso di giovedì, ha annunciato che dal 1 dicembre, fine del confinamento generale, soltanto i negozi considerati «non essenziali» potranno riaprire, ma non i bar e i ristoranti.

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