Beth Hart, una voce che tocca l'anima

Intervista alla cantautrice tra musica, vita e sogni
LOS ANGELES - Beth Hart, classe 1972, cantautrice statunitense con una voce blues e soul, che da 20 anni fa ciò che ama: musica.
Beth Hart è una di quelle persone che ti avvolge con il suo contagioso entusiasmo ed il modo in cui ti guarda mentre si racconta. Occhi magnetici ed una passione per la vita che non sempre è stata magnanima con lei: gli eccessi di droga, di alcool e una non diagnosticata sindrome bi-polare, hanno quasi rischiato di “ucciderla”, ma la vita le ha donato una seconda possibilità.
Quale fu la scintilla che ti fece avvicinare alla musica?
Quando ero piccola ho sempre respirato amore e armonia in casa con i miei genitori ma dopo l'idillio arrivò l'inferno. Da lì il passo che li portò al divorzio fu breve. La musica fu in grado di restituirmi la speranza che credevo di aver perso e riuscii a farmi superare questo terribile trauma.
Hai vissuto momenti bui nella tua vita. Che messaggio hai per quelli che stanno vivendo problemi simili ai tuoi?
Credo che la vita sia come lo “yin e yan”, da una parte la gioia e dall'altra il dolore.Siamo qui per sperimentare entrambi gli universi. Non ho niente di cui vergognarmi pensando al mio passato, si, ho avuto gravi problemi con droga, alcool e disagi mentali. Siamo essere umani, giusto? Tutti possono sbagliare. Come si dice “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Sono molto aperta nel parlare del mio passato, proprio perché le mie fragilità non sono evaporate, ma saranno con me sempre. Credo che la differenza dal passato ad oggi sia semplicemente che ho accettato il mio lato “oscuro”. Sarei pazza se pensassi “Ce l'ho fatta, adesso è tutto rose e fiori”. Non è così, sarà ancora su e giù come sulle montagne russe con la differenza che oggi sono consapevole.
Il tuo ultimo album “Bang Bang Boom Boom” (uscito in aprile) è molto diverso dai tuoi lavori passati. Come è nato?
L'album è così come lo ascolti, la mia voce ed i musicisti, non ci sono campionature o effetti al computer. Quello che faccio è scrivere la musica prima e poi adattare le parole al tipo di sound, sono molto eclettica in questo. L'album racchiude una tavolozza di generi che toccano blues, soul, gospel, rock e jazz. So che non è per tutti, ma ho trovato la forma che personalmente mi soddisfa e mi regala gioia.
Il brano “Thru The Window Of My Mind” è particolarmente autobiografico, cosa vedi dalla finestra della tua mente?
Ogni tanto mi arrabbio con la sindrome bi-polare, mi sento frustrata e mi dico che non migliorerà mai, che non mi lascerà mai sola ma, con questa canzone mi rendo conto che posso andare nella parte di mente che non è malata e aprire la finestra su un'altra prospettiva. Quindi quando sto davvero male posso guardarmi da un altro punto di vista e forse, posso trovare il sollievo che mi serve per soffrire meno.
Hai registrato due album di cover con Joe Bonamassa: “Don't explain” uscito nel 2011 e “Seesaw” uscito recentemente. Come nasce la vostra alchimia?
Non lo so ma è magica. Ci stimiamo, io adoro il suo lavoro e a lui piace il mio e amiamo lo stesso tipo di musica.
Con chi sogni di poter collaborare in futuro?
Tom Waits, è un genio, il suo modo di scrivere musica, è un cantastorie incredibile. Sono una sua fan scatenata. Ma credo che non riuscirei mai a cantare con lui, avrei un crollo psichico (ride).
Cosa ti piace dell'essere in tournée con la tua band?
Non sarei in grado di essere sempre in giro se non ci fosse al mio fianco mio marito. Lui mi aiuta a reggere lo stress e sono fortunata perché le persone con cui collaboro sono sensibili e positive, siamo una bella famiglia insomma. L'essere in tour per me è una sfida enorme, spaventosa, stimolante e meravigliosa.
Progetti futuri?
Continuare il tour europeo e a Natale tornare a casa per stare con la mia famiglia e iniziare a lavorare al nuovo album a partire da gennaio, non vedo l'ora!




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