CAPRIASCA-CAGIALLO: Nuova gestione al San Matteo
È arrivato Alan Rosa
Cagiallo, il piccolo comune fa ora parte di quello, appena nato, della Capriasca. Bella la chiesetta del tredicesimo secolo recentemente restaurata con campanile di un secolo più antico. Cagiallo ci dà però unaltra ragione di visita; il ristorante che, dalla chiesa, prende il nome: San Matteo.
Lo stabile è di proprietà, fin dal 1700, dei coniugi Cattaneo che quindici anni or sono hanno trasformato quella che era stata scuola, casa comunale e prigione per farne un ritrovo, non solo per gli amici.
La fama del San Matteo ha passato i confini.
Era ormai giunto il momento di fare un passo più lungo ed ecco, dal 4 giugno, è giunto lo chef Alan Rosa.
Patron-chef per intenderci.
La sua carriera ed esperienza è di quelle che impressionano.
I suoi stage presso i grandi chef non si sono limitati a pochi giorni o settimane!
Dopo lapprendistato (corsi seguiti in estate a Tenero) nientemeno che al Palace di San Moritz dove ha poi lavorato anche durante due inverni. In estate lo vediamo al Schweizerhof di Berna, al Castello del Sole di Ascona, poi un anno intero presso la Kunststube di Horst Petermann a Küsnacht e un altranno allHermitage di Bernard Ravet a Vufflens-le-Château (entrambi con due stelle Michelin). Se non è una grande carriera ... eppure ha solo 27 anni (1. giugno 1975)!
Nel frattempo ha trovato il tempo per fare lattestato di maestro di tirocinio e il diploma federale di cuoco della gastronomia.
Al San Matteo propone una cucina inventiva accogliendovi con simpatia e cordialità.
Ho avuto modo, nei giorni scorsi di apprezzare i suoi piatti.
Abbiamo iniziato con lamuse-bouche: rognoni di coniglio su letto di spinaci avvolto in speck tirolese e lardo con salsa di basilico fritto che ben si sposava con il bianco della Piana (100% chardonnay) dei padroni di casa, ottimi produttori di vino.
Ottima la terrina di foie gras danatra su letto dindivia condita allo zenzero e con tre deliziose salsine (ai peperoni rosso e giallo e potpourri di erbe) con il quale è stato servito il bianco Epicuro (chardonnay musquet) sempre di Cattaneo.
Seguiva un risotto Carnaroli mantecato con burro al tartufo, funghi gallinacci e suprema di quaglia nel suo sugo accompagnato dal Merlot San Matteo 1997.
Piatto principale il ventaglio di controfiletto di manzo con brunoise di rucola e scaglie di Parmigiano gratinato condito con aceto balsamico tradizionale e melanzane fritte servito con il Rosso della Piana 1997 (100% carminoir).
Il dessert: granita allo Champagne e fragoline di bosco.
Si è poi seduto con noi e, davanti ad un bicchierino di «mirabelle» abbiamo parlato un po del suo passato e dellavvenire che, gli auguriamo di cuore, sarà sicuramente ricco di piacevoli risultati.
Una serata allOsteria San Matteo era, ed è, più di una cena al ristorante: è il piacere di assaporare la vita nei suoi momenti migliori e di goderne alcuni fra gli aspetti più gradevoli. Prodotti freschissimi e di stagione, cucina leggera, variata e innovativa, offerta enologica di qualità ma soprattutto a prezzi equi. Dopo la prima visita avrete voglia di ripeterla.




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