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ArchivioENOLOGIA: Ticino terra di vini? Sì o no?

31.05.00 - 07:16
Lo sapremo solo ad ottobre quando Luca Maroni, esperto di vini e di recente in Ticino per presentare uno stage rivoluzionario, darà il giudizio sui vini ticinesi che sta assaggiando in questi giorni.
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ENOLOGIA: Ticino terra di vini? Sì o no?
Lo sapremo solo ad ottobre quando Luca Maroni, esperto di vini e di recente in Ticino per presentare uno stage rivoluzionario, darà il giudizio sui vini ticinesi che sta assaggiando in questi giorni.
Ticino è terra di Bacco? È ancora presto per dirlo. Lo sapremo in autunno quando Luca Maroni avrà terminato di degustare i vini del nostro Cantone mandategli da alcuni vinicoltori della nostra terra. Maroni è stato di recente in Ticino per uno stage di aggiornamento rivolto ai produttori e non. Tre ore in cui l’illustre esperto del nettare degli Dei ha presentato le sue teorie sulla conservazione del vino e sulle tecniche di degustazione.

In sostanza il discorso di Maroni va contro l’idea comune seconda la quale il vino migliore è quello di vecchia annata o lunga conservazione. Per l’esperto Maroni, un simpatico romano 38enne astemio fino al 1984, conservando per lunghi anni il vino lo si priverebbe di quel gusto e sapore d’uva che invece possiede all’inizio della lavorazione. Legge vuole insomma che il vino debba essere bevuto all’indomani dell’imbottigliamento. Un vino, quello di Maroni, inteso come frutto il quale è percepibile solo se lo si beve in un arco di tempo vicino alla vinificazione. Le teorie di Maroni sono state ascoltate dai produttori di vini ticinesi che hanno mostrato da subito un grande interesse ed entusiasmo. Giuliano Cormano Presidente della Proviti Ticino, l’organizzazione che si occupa della promozione dei vini ticinesi, si è dichiarato da sempre un seguace della teoria maroniana : « Quello che dice Maroni è giusto perché il vino invecchiando crea nuovi sentori, provoca nuove sensazioni gustative ma in realtà si allontana sempre più dal sapore del frutto. Il vino deve essere quindi giovane e più si è vicini al momento della vinificazione più il frutto è esaltato. È una teoria che è basata soprattutto su quelle che sono le tendenze del mercato moderno per quanto riguarda le bevande in generale. In pratica Maroni ha sottolineato che le nuove bevande tendono ad esaltare il frutto stesso della bevanda. Ad esempio le nuove aranciate hanno un sapore molto più vicino al frutto arancia che in passato. Da questa tendenza di mercato Maroni ha formato la sua teoria. Una teoria molto interessante direi in quanto permette a noi viticoltori di associare la tradizione della vinificazione con la nuova tecnologia per cercare di estrarre il più possibile dall’uva la sensazione di frutta ». In Ticino è già da un po’ di tempo che molti produttori hanno adottato una vinificazione il più possibile vicino al frutto per cui le teorie di Maroni non hanno destato molte perplessità. “ I produttori ticinesi hanno reagito in maniera professionale » ha spiegato Cormano « perché hanno assimilato questa teoria, ne hanno preso atto e come tutti i professionisti rifletteranno e in futuro agiranno di conseguenza. Se riterranno soddisfacente il prodotto, se la loro clientela esigerà qualcosa del genere sicuramente si adegueranno alle richieste ».

Angelo Calea produttore ticinese di vini e partecipante allo stage ha confermato questa reazione: « Anch’io non sono a favore dei vini stravecchi » ci ha detto, « l’enologia moderna si è evoluta e tende a portare al consumatore un vino più fresco possibile, quindi il discorso di Maroni è valido solo che bisogna impostare la lavorazione diversamente. Personalmente in questi giorni sto riflettendo sullo stage, certo non inizio già domani con le sue teorie ma sto studiando e lo stage mi ha dato sicuramente un input in più ». Era esattamente quello che sperava di raggiungere Maroni : proporre un qualcosa di nuovo che facesse pensare e si opponesse al pensiero tradizionale. Ma la tradizione è così tutta da condannare ? « Secondo me no » ha spiegato Calea « ma il comportamento giusto sta a metà tra la tradizione e la modernità ; io ho sempre cercato di usare con parsimonia la tradizione cercando di attualizzare e modernizzare gli insegnamenti del passato in fatto di vinicultura. Restare ancorati alla tradizione è controproducente ». La modernità quindi non poteva non coinvolgere anche il vino e Maroni lo sa molto bene usando un sito Internet di presentazione http://www.lucamaroni.com , un altro sito http://www.sensonline.com il primo portale sull’analisi sensoriale del vino e degli altri prodotti esistenti, e presentando il suo nuovo libro “La piacevolezza del vino” in cui presenta un’analisi scientifica e interessante per la degustazione professionale del vino. A noi non resta che aspettare il responso dell’oracolo di Roma Luca Maroni e sapere se anche i vini ticinesi possono entrare nella sua guida ai vini più importanti. Con l’autunno e con la maturazione dell’uva arriverà il verdetto e noi sicuramente vi terremo aggiornati.

di Sal Feo

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