Chi paga la sanità dei migranti in Ticino? La Lega chiede chiarezza sui costi

Il deputato Stefano Quadri chiede al Consiglio di Stato trasparenza sui costi delle cure ai non residenti e sui rimborsi.
Un’interrogazione presentata dal deputato della Lega dei Ticinesi, Stefano Quadri, chiede al Consiglio di Stato di fare piena luce sull’impatto economico delle cure mediche destinate a migranti, richiedenti asilo e persone non domiciliate, e sul loro possibile effetto sui premi dell’assicurazione malattia (LAMal) per i residenti.
Negli ultimi anni, i premi dell’assicurazione malattia in Ticino hanno continuato a crescere, diventando un peso sempre più gravoso per le famiglie. Tra i fattori di questa crescita, la Lega punta l’attenzione su una voce poco trasparente: i costi generati da chi non è residente o non ha statuto regolare.
“Il Ticino paga per tutti?” - Secondo l’interrogazione, non esiste oggi una chiara rendicontazione su quanto pesino effettivamente sul sistema sanitario ticinese le cure prestate a richiedenti asilo (permessi N, F, S), migranti irregolari e cittadini non domiciliati. Né si sa con certezza quale parte di queste spese venga coperta dalla Confederazione, dalle assicurazioni o da altri Cantoni.
La domanda di fondo è politica ma anche economica: «il Ticino sta forse sostenendo costi che non gli spettano, e che finiscono per riflettersi sui premi dei cittadini residenti?» chiede Quadri nella sua interrogazione.
Il confronto con altri Cantoni - L’interrogazione cita diversi esempi svizzeri. Nel Canton Vaud, nel 2023, i costi sanitari per i richiedenti asilo hanno raggiunto 57,4 milioni di franchi, in crescita rispetto ai 36,8 milioni dell’anno precedente. A Lucerna, nel 2022, le spese per rifugiati con statuto S sono state di 3,7 milioni, mentre Argovia ha registrato 18 milioni di oneri analoghi. A Basilea Città, già vent’anni fa, uno studio mostrava che i richiedenti asilo generavano costi sanitari medi fino al 40% superiori a quelli degli assicurati locali. Anche Ginevra e Berna hanno adottato strategie per monitorare e contenere la spesa sanitaria legata al settore dell’asilo.Tuttavia, nessun Cantone pubblica oggi una stima precisa dell’impatto di questi costi sui premi LAMal.
Dieci domande al Consiglio di Stato- La Lega chiede quindi al governo ticinese di fornire dati aggiornati (anni 2022–2024) sui costi sanitari complessivi per: persone con statuto N, F e S, migranti irregolari; cittadini non domiciliati nel Cantone. Chiede anche di chiarire quanto dei costi viene effettivamente rimborsato dalla Confederazione o da altri Cantoni; nonchè rendere pubblici i tassi d’incasso dei rimborsi inter-cantonali e internazionali; valutare l’introduzione di un monitoraggio sistematico e trasparente come avviene in altri Cantoni; considerare l’adozione di modelli di medico di famiglia o gatekeeping per i richiedenti asilo, per evitare accessi impropri ai pronto soccorso.
«Capire chi paga, quanto e per chi è un atto di giustizia verso i contribuenti ticinesi», si legge nel testo firmato da Stefano Quadri.




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