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“Stop all’aumento dei dipendenti cantonali”, un passo verso il voto

Luce verde del Parlamento all’iniziativa che vuole frenare (e ridurre) la crescita del personale dell’amministrazione ticinese.
Ti-Press (archivio)
“Stop all’aumento dei dipendenti cantonali”, un passo verso il voto
Luce verde del Parlamento all’iniziativa che vuole frenare (e ridurre) la crescita del personale dell’amministrazione ticinese.

BELLINZONA - Il Gran Consiglio ha dato l’ok questo pomeriggio - con 75 voti favorevoli e 2 contrari - alla ricevibilità dell’iniziativa popolare “Stop all’aumento dei dipendenti cantonali”, promossa da un comitato interpartitico composto da rappresentanti di UDC, Lega, PLRT, Il Centro, Camera di Commercio e AITI.

In estrema sintesi - Nel concreto, il numero dei dipendenti cantonali (esclusi i docenti e il personale di cura dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale) non dovrà superare l’1,3% della popolazione residente in Ticino.

Le firme consegnate - Con questo parametro «si prevede una riduzione del 10% del personale attuale: circa 580 unità». Il risultato «dovrà essere raggiunto entro cinque anni dall’adozione dell’iniziativa e successivamente mantenuto». Le misure saranno poi decise dal Consiglio di Stato. A inizio anno sono state consegnate circa 11’000 firme alla cancelleria di Palazzo Orsoline.

«Proposta moderata» - «Si tratta di un’iniziativa moderata - aveva spiegato durante la conferenza stampa di presentazione Piero Marchesi (UDC, rappresentante dei promotori) - Negli ultimi 10 anni, le spese correnti del Cantone sono più alte dei ricavi correnti». Inoltre, «più della metà degli introiti del gettito fiscale è usato per pagare i salari dei dipendenti comunali».

I numeri - Stando ai dati del 2023, il personale dell’amministrazione (compresi OSC e docenti) conta oltre 9'100 unità. Nei prossimi quattro anni potrebbe crescere di altri 550 dipendenti circa. «Troppa amministrazione - aggiunge il consigliere nazionale democentrista - comporta burocrazia, spreco di risorse, costi per i contribuenti, malagestione e disservizi».

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