Il PPD stigmatizza i recenti attacchi diretti al Consigliere di Stato: «Pressioni per screditare in vista delle elezioni 2019»
BELLINZONA - Il Partito Popolare Democratico alza la voce stigmatizzando, con chiaro riferimento al fotomontaggio comparso ieri sul Mattino della Domenica, i recenti attacchi diretti al direttore del DSS Paolo Beltraminelli.
«Un fotomontaggio davvero disgustoso. Il Mattino ha sbroccato», aveva scritto ieri il Consigliere di Stato sulla propria pagina Facebook, commentando l’immagine pubblicata nel domenicale di Via Monte Boglia, che lo vedeva ritratto all’interno di un tritacarne. Una sorta di “metafora” per dipingere la difficile situazione in cui si trova Beltraminelli alla luce degli ultimi sviluppi sulla vicenda Argo 1.
«Spero di potermi esprimere sul caso Argo davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta, della quale ho massimo rispetto e fiducia, e non in altra sede, perché queste sono le regole che devono essere rispettate. Io non ho nulla da nascondere», ha scritto inoltre Beltraminelli. Un punto questo ribadito anche dallo stesso PPD, che in una nota sottolinea come siano la Commissione parlamentare d’inchiesta e la Magistratura «gli unici due organismi che hanno legittimità e competenza in merito».
«Alcuni limiti non andrebbero mai oltrepassati», tuonano i popolari democratici, criticando le «esasperazioni e i processi sommari» e più in generale il «degrado» di un dibattito che, tra pressioni e congetture, sembra avere finalità «fin troppo evidenti»; ovvero «screditare persone e politici in vista delle elezioni 2019».
«La violenza non serve al Ticino» - Sulla stessa lunghezza d'onda è anche la Sezione PPD e GG di Lugano, che esprime solidarietà e sostegno a Beltraminelli e secondo la quale «non è così che si fa politica e che si migliora il nostro Cantone». «Le critiche, anche aspre, possono infatti servire. La violenza non serve a nulla». I pipidini luganesi chiedono dunque delle pubbliche scuse a Lorenzo Quadri per «l'ignobile vignetta è apparsa su di un settimanale di partito che ha fatto dell'insulto gratuito e rancoroso la propria bandiera».