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CANTONETentato stupro e minacce di morte: 36 mesi per un giovanissimo, di cui sei da scontare

13.10.22 - 12:38
«Qualcosa è scattato in me. Penso che la vittima si sia sentita terrorizzata», così il 20enne del Luganese.
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Tentato stupro e minacce di morte: 36 mesi per un giovanissimo, di cui sei da scontare
«Qualcosa è scattato in me. Penso che la vittima si sia sentita terrorizzata», così il 20enne del Luganese.

LUGANO - Sono le 6 di mattina di una domenica di marzo a Sorengo. Un ragazzo di 19 anni scende dal bus, dopo un sabato notte di bagordi, e insegue una 18enne. La butta a terra per strada, la blocca con il suo peso, le abbassa i pantaloni e tenta di avere un rapporto sessuale con lei. «Vuoi morire?», la minaccia, «io ti ammazzo, non muoverti o ti ammazzo». Lei tenta di usare il telefono, ma lui non molla: «Tu non chiami nessuno o ti metto un coltello in bocca». Un passante, fortunatamente intervenuto, la salva.

Oggi, a distanza di sette mesi esatti, il giovane è stato condannato a 36 mesi di detenzione, di cui sei da scontare e 30 sospesi per tre anni, come richiesto dall'accusa. Il 20enne è stato ritenuto colpevole di violenza carnale tentata e ripetuta infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti.

 «L'imputato ha formulato frasi spregevoli e particolarmente intimidatorie nei confronti della vittima. Dal profilo oggettivo è mancata qualsivoglia empatia», così la giudice Francesca Verda Chiocchetti. Ma, sottolinea, «una volta arrestato ha confessato tutto». 

«Ero stato rifiutato da un'altra» - «Qualcosa è scattato in me», così il 20enne, che ammette integralmente i fatti. «Trovavo la ragazza attraente, ma devo ancora capire esattamente cosa mi ha spinto a farlo. Quella stessa sera ero stato rifiutato da un'altra ragazza, forse è stato quello». 

La vittima, aggiunge, «secondo me si è sentita terrorizzata, in panico. Penso che è una cosa che non dimenticherà mai e che la segnerà per sempre. E mi dispiace molto per questo». «Il fatto di essere aggredita in una via a lei così familiare l'ha segnata profondamente», ha convenuto l'avvocatessa Maria Galliani.

Al momento dei fatti, «ero sotto forte effetto di alcol e stupefacenti e a tratti non ricordo i dettagli», tiene comunque a precisare il 20enne, «avevo bevuto sette o otto drink e mezza bottiglia di Montenegro, più diversi spinelli».

«Un testimone, suo amico, ha però dichiarato di non averla vista così alterato quella sera», osserva però la giudice Francesca Verda Chiocchetti. «Eravamo insieme solo per una parte della serata», replica l'imputato, «però sì, avevo bevuto ma ero comunque cosciente». 

«Sono una persona con diversi problemi» - «Ho imparato molto da quello che è capitato», conclude il 20enne, che secondo la perizia psichiatrica è affetto da un disturbo misto della personalità. «Sono una persona con diversi problemi, che ho sempre evitato di affrontare, e per i quali posso e voglio cercare una soluzione».

Prima degli interrogatori, spiega infine, «non mi importava molto di quello che pensavano gli altri, ero molto più preoccupato per me stesso e per le conseguenze che avrei potuto subire. Ma poi ho capito».

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