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Nel futuro di FFS Cargo ci sono nuovi tagli, anche in Ticino

Trovata una soluzione con i 40 collaboratori ticinesi rimasti in bilico. Ma con il nuovo riassetto le ombre all'orizzonte non svaniscono. Il muro del Consiglio di Stato: «Ticino ancora penalizzato, misure da sospendere subito».
Tipress/Samuel Golay
Nel futuro di FFS Cargo ci sono nuovi tagli, anche in Ticino
Trovata una soluzione con i 40 collaboratori ticinesi rimasti in bilico. Ma con il nuovo riassetto le ombre all'orizzonte non svaniscono. Il muro del Consiglio di Stato: «Ticino ancora penalizzato, misure da sospendere subito».

BELLINZONA - Le FFS hanno ultimato la ricerca di soluzioni per i circa 40 collaboratori e collaboratrici in Ticino: «A tutto il personale chiamato in causa viene proposta una soluzione conforme al CCL».

A confermarlo sono le stesse Ferrovie, in una nota diffusa ai media nel giorno in cui una rappresentativa della Direzione delle Ferrovie è in visita in Ticino per incontrare il Consiglio di Stato.

Trovate soluzioni con i 40 dipendenti ticinesi
«Nell’ambito del riassetto del traffico combinato e dell’abolizione dei treni di transito non redditizi, a maggio 2025 le FFS hanno annunciato una riduzione socialmente sostenibile di circa 65 posti di lavoro in tutta la Svizzera». 40 di questi, lo ricordiamo, in Ticino.

Come comunicato il 25 agosto 2025, in tale data era già stata trovata una soluzione per due terzi delle persone interessate, con il passaggio alle divisioni Infrastruttura e Traffico viaggiatori delle FFS in Ticino oppure con il pensionamento. 

«In questi giorni anche il restante terzo delle collaboratrici e dei collaboratori sta ricevendo offerte conformi al CCL, quali un passaggio all’interno delle FFS nel traffico merci o alla divisione Infrastruttura in Ticino, oppure a TILO (società affiliata FFS)», continuano le Ferrovie, «alcune delle persone interessate hanno optato, su base volontaria, per un trasferimento a tempo determinato in un’altra regione linguistica. Grazie a un profondo impegno protrattosi per vari mesi, le FFS hanno cercato soluzioni individuali in sinergia con le proprie collaboratrici e i propri collaboratori».

Tipress/Samuel GolayNorman Gobbi stringe la mano a Vincent Ducrot, dopo la conferenza stampa di oggi al Palazzo delle Orsoline.

Ducrot: «Il Ticino oggi come oggi non è efficiente»
«C'è stato uno scambio intenso con il Governo ticinese qusta mattina, e non si può nascondere che ci sono ancora divergenze da risolvere. Non tanto sulla prima fase delle riorganizzazioni, ma sulla seconda», ha esordito in conferenza stampa il CEO Vincet Ducrot, «le FFS hanno un grande interesse qui in Ticino, dove impieghiamo circa il doppio del personale in media rispetto al resto della Svizzera, lo abbiamo detto diverse volte e lo ribadiamo. Quando optiamo per una riduzione di posti con Cargo lo facciamo perché non c'è alternativa. Al momento il traffico merci registra perdite per 1,3 miliardi di franchi. Questo è il momento di agire non solo per limitare il buco, ma per ottimizzare per preservare tutto il sistema come è richiesto dal mandato della Confederazione».

«Capiamo la contrarietà delle autorità ticinesi quando si prospettano tagli di personale come quelli che verosimilmente avranno luogo», continua Ducrot, «qui in Ticino poi la situazione è spesso più esplosiva che in altre parti della Svizzera, ma per garantire che ci sia un futuro di Cargo quest'ultimo va ottimizzato e per farlo è necesaria un approccio aziendale e dirigenziale. Alle FFS serve efficienza, oggi come oggi il Ticino non è efficiente ed è imperativo che le cose vengano migliorate».

Traffico a carri isolati, verso nuovi tagli in Ticino
Come ben noto, il traffico merci delle FFS sta attraversando una fase di riassetto radicale. Attualmente, soltanto il traffico a treno completo copre i propri costi, mentre il traffico combinato (TC) e il traffico a carri isolati (TCI) sono in forte perdita: «Purtroppo il nuovo assetto operativo richiederà un numero minore di posti di lavoro, in tutta la Svizzera e anche in Ticino».

Con il cambiamento d’orario 2026/27 (13 dicembre 2026) verrà introdotto un nuovo modello di produzione, «volto a garantire un esercizio più semplice, efficiente, stabile e redditizio».

Le FFS devono impiegare il proprio organico dove ci sono merci da trasportare, «con la conseguente necessità di operare trasferimenti e una riduzione di organico. Inoltre, le FFS opereranno un taglio del numero di depositi per i propri collaboratori e collaboratrici».

Secondo lo stato di pianificazione attuale, vi saranno variazioni sia per il personale di locomotiva delle sedi di Briga, Buchs (SG) e Chiasso, sia presso le sedi del personale di manovra. Il numero esatto di posti di lavoro interessati verrà chiarito nell’ambito della procedura di consultazione con le parti sociali.

«Le FFS hanno stipulato un contratto collettivo di lavoro (CCL), che anche in questa circostanza si impegnano a rispettare scrupolosamente. Le FFS saranno in grado di fornire informazioni concrete nella primavera 2026», spiegano le Ferrovie.

Il Cds:: «Le FFS non possono agire solo con ottiche aziendali»
Il Consiglio di Stato ticinese risponde «con forte preoccupazione e contrarietà» alle comunicazione odierne delle Ferrovie Federali: «Ancora una volta, il Cantone Ticino si trova penalizzato da scelte aziendali che ignorano il ruolo strategico del Ticino nel sistema ferroviario svizzero e nella politica di trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia».

Una comunicazione che giunge, spiega il presidente del Cds Norman Gobbi «in un momento particolarmente difficile per il Ticino».

La richiesta del Consiglio di Stato è triplice: «sospendere ogni ulteriore misura di riduzione del personale in Ticino fino alla conclusione di un confronto politico e tecnico con le autorità cantonali e le parti sociali, garantire il mantenimento di una base operativa stabile e qualificata per il traffico merci nel nostro Cantone, con particolare attenzione al nodo di Chiasso e al ruolo di Bellinzona ed elaborare una strategia nazionale per il traffico merci che valorizzi la posizione del Ticino come snodo logistico e non lo releghi a mera zona di transito».

Rispetto alla questione dell'efficienza ticinese e della gestione di tipo aziendale il Cds ribadisce come le Ferrovie «in quanto impresa pubblica svizzera, non possono agire unicamente secondo logiche aziendali a scapito di regioni minoritarie e della coesione nazionale, anche tenendo in considerazione il forte e storico legame fra le FFS e il Cantone Ticino».

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