Lo chef stellato che molla Milano per Lugano

Dure le critiche al capoluogo Lombardo: «Città odiosa e non sicura. In Svizzera tutto funziona».
Dure le critiche al capoluogo Lombardo: «Città odiosa e non sicura. In Svizzera tutto funziona».
MILANO/LUGANO - Ben cinque stelle Michelin, come i ristoranti aperti negli ultimi 20 anni. Quella di Felice Lo Basso, 51enne pugliese trapiantato a Milano da oltre 10 anni, è una scelta radicale. Lasciare la città della moda per ricominciare in Ticino, precisamente a Lugano.
Il 1 febbraio chiuderà il suo "Felix Lo Basso Home&Restaurant". Il motivo? «A Milano le cose non vanno bene - racconta al Corriere della Sera -. Dopo il Covid il turismo non si è più ripreso, le persone non hanno più soldi perché la città è troppo cara e gli stipendi sono troppo bassi».
Manca, insomma, la clientela altospendente: «Io pago 10 mila euro di affitto al mese. Senza i turisti non ci sto dentro. Mancano completamente i russi, che insieme ai cinesi sono gli unici ad avere capacità di spesa».
Per lo chef non è solo una questione economica. La città non fornirebbe gli strumenti per lavorare con serenità: «Mancano i servizi che dovrebbe avere per aiutare le imprese. La metro chiude a mezzanotte: io ho i ragazzi della brigata e della sala che alle 23 devono andarsene altrimenti non sanno più come rientrare a casa. E anche i clienti: dopo una certa ora i mezzi pubblici scarseggiano».
C’è poi l'ormai noto tema sicurezza: «Sotto casa mia hanno rubato due auto e scippato una signora in pieno giorno, e abito in centro».
Da qui la decisione di guardare a Lugano: «Ho una socia svizzera, aprirò il 20 febbraio, e a pieno regime il 1 marzo, un locale a mio nome, “Felix Lo Basso Restaurant”, spazio polivalente. In Svizzera tutto funziona, la qualità della vita è alta, c’è capacità di spesa, c’è sicurezza. Mio figlio avrà sicuramente un futuro migliore lì».





Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!