Cerca e trova immobili

Lugano«Una Svizzera sempre meno neutrale non mi stupisce»

12.09.22 - 07:26
Matteo Renzi: «Sono proprio i Paesi neutrali che hanno bisogno del rispetto delle regole del diritto internazionale».
Foto TiPress
«Una Svizzera sempre meno neutrale non mi stupisce»
Matteo Renzi: «Sono proprio i Paesi neutrali che hanno bisogno del rispetto delle regole del diritto internazionale».

LUGANO - È un Matteo Renzi galvanizzato dai numeri percentuali che gli stanno passando i sondaggisti quello che incontriamo in una sala del Palazzo dei congressi prima del "duello" con il sovranista  Roger Köppel sull'Europa che verrà organizzato da Endorfine. «Saremo la sorpresa di queste elezioni» dice mentre chiede di sapere cosa fa la Fiorentina e se Leclerc è ancora davanti. «Più andiamo bene noi e più cerchiamo di portare Draghi Presidente del Consiglio» dice ripetendo quello che da giorni è diventato il suo cruccio politico. Anche quando lui stesso ricorda che «ovviamente tutti i sondaggi oggi dicono che la Destra ha già vinto, ma se noi riusciamo a fare più del 10% l'ipotesi Draghi non è un'assurdità ma una possibilità».

Arriva il caffè, primo sorso: «Vado avanti a caffè». Secondo sorso: «O vince la serietà di chi è competente e conosce le cose di cui si parla oppure il rischio è che vinca una delle destre peggiori che ha l'Europa. Ma ripeto: noi siamo decisivi». 

È un Italia a un bivio quella che vede il senatore di Rignano sull'Arno. Terzo sorso: «Se c'è un Paese a cui la globalizzazione serve e il sovranismo fa male è l'Italia. Siamo un Paese di 60 milioni di abitanti su un totale di 8 miliardi di cittadini, l'italiano lo parliamo solo noi e voi qui in Canton Ticino, e abbiamo della straordinaria bellezza da esportare: turismo, cultura, produzioni agro-alimentari, accoglienza, possiamo fare veramente di tutto. Che stiamo aspettando? Questa è la domanda».

Gli riferiamo che - lui europeista convinto - sembra avere trovato un alleato nel Capo del Dipartimento federale della difesa Viola Amherd che - in alcune recenti dichiarazioni - ha parlato di una maggiore cooperazione con Nato e Ue e soprattutto di una più consistente partecipazione alle esercitazioni in ambito dell'alleanza atlantica.

«In tanti anche in Svizzera si stanno ponendo il tema del futuro - dice - è vero che la Svizzera è storicamente neutrale, la neutralità fatta Paese, ma comunque riconosce le regole del diritto internazionale. Anche perché se tu sei neutrale e quello accanto a te ti invade hai un problema. Quindi - insiste - proprio i Paesi neutrali hanno bisogno del rispetto delle regole del diritto internazionale. Capisco le riflessioni che si stanno facendo anche in Svizzera ed è interessante ciò che mi riferite ma non mi stupisce».

È a Lugano per parlare di Europa e sostenere le ragioni di una comunità che a suo avviso deve consolidarsi sempre di più. Sa bene che proprio le persone di quella comunità che vivono a questa latitudine del pianeta si augurano solo la fine di due cose: la guerra e il caro-bollette. Ultimo sorso di caffè: «Siamo finiti dentro a una nuova pagina della storia del mondo - sospira - C'è la guerra di Putin, il problema Afghanistan, quello del mare cinese e Taiwan: è una situazione complessa. Questione russa: mentre non far partire una guerra richiede intensi sforzi diplomatici ma si può fare, una volta che il conflitto è avviato è complicato fermarlo. Continuo a pensare - ribadisce - che le sanzioni è vero che fanno male a noi ma fanno male anche ai russi e che l'invio di armi è giusto perché non ci si può voltare dall'altra parte di fronte a simili atrocità. Come per la Brexit, le aziende italiane penalizzate dalle sanzioni che abbiamo introdotto vanno risarcite. Per fermare il conflitto serve una leadership, in questo momento l'unico mi sembra Macron».

E sugli importi delle bollette inguardabili che stanno arrivando alle famiglie e alle aziende? L'Europa unita viaggia su binari diversi riguardo al contenimento dell'ondata speculativa e delle manovre russe attorno ai gasdotti: la Germania mette sul tavolo un piano di aiuti imponente che si prevede si aggirerà intorno ai 65 miliardi. L'Italia non ha questo potenziale di fuoco economico per aiutare imprese e famiglie. «Le do' una notizia - rivela - martedì prossimo si riunisce il senato per votare 17 miliardi di aiuti in questo momento bloccati dall'ostruzionismo grillino. Altre soluzioni? Oltre a quella di mettere soldi sul tavolo oggi non ne vedo. E poi il rigassificatore a Piombino. Ma per avere un futuro diverso occorre smetterla di dire no a tutto (ndr. il riferimento è tra le altre cose ai vari gasdotti nell'Adriatico) e cominciare con i sì».      

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE