Cerca e trova immobili
CANTONE

Botta e risposta sulla scuola: «Non si può riaprire». Sull'altro fronte: «Serve positività»

Post Covid-19. Giovanni Cossi, sindaco di Vernate, attacca di nuovo il DECS: «Come ha fatto a decidere, il Governo?»
Ti-Press
Botta e risposta sulla scuola: «Non si può riaprire». Sull'altro fronte: «Serve positività»
Post Covid-19. Giovanni Cossi, sindaco di Vernate, attacca di nuovo il DECS: «Come ha fatto a decidere, il Governo?»
Nel mirino anche Andrea Pellegrinelli, rappresentante dei Comuni ticinesi: «Fuori posto. È un dipendente di Bertoli. Eppure ha avuto un ruolo importante». La replica: «Io sono stato oggettivo. Basta polemiche, i ragazzi hanno bisogno di tranquillità».
Non è la prima volta che Giovanni Cossi, presidente della conferenza dei sindaci del Malcantone si esprime con toni duri in merito alla riapertura delle scuole ticinesi, dopo l'emergenza Covid-19. Il recente battibecco mediatico con Manue...

Non è la prima volta che Giovanni Cossi, presidente della conferenza dei sindaci del Malcantone si esprime con toni duri in merito alla riapertura delle scuole ticinesi, dopo l'emergenza Covid-19. Il recente battibecco mediatico con Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell'educazione (DECS) ne è la prova. Il sindaco di Vernate, fermamente contrario alla ripresa delle attività tra i banchi, solleva nuovi dubbi. «Chiedere le dimissioni di Bertoli, come ipotizzato dal Movimento per il Socialismo (MpS), è assurdo. È stato il Governo a decidere all'unanimità. Allora dovremmo chiedere le dimissioni dell'intero Consiglio di Stato. Mi chiedo, tuttavia, come sono stati informati i colleghi di Bertoli. È stato loro detto tutto?». 

L'attacco a Pellegrinelli – Cossi se la prende anche con Andrea Pellegrinelli, sindaco di Capriasca, docente, nonché rappresentante dell’Associazione dei Comuni ticinesi e dell’Ente Regionale di sviluppo del Luganese. «Bertoli nella sua decisione di riaprire si è fatto sostenere da Pellegrinelli, che sostanzialmente è un suo dipendente. Non vedete un certo conflitto in tutto questo? Pellegrinelli era fuori posto, avrebbe dovuto rifiutarsi di avere un ruolo importante nella vicenda».

Critiche rispedite al mittente – Lo stesso Pellegrinelli, contattato da Tio/20minuti rispedisce ogni critica al mittente. «Rappresento l'Associazione dei Comuni ticinesi. Cossi è libero di esprimere la sua opinione in merito. Io sono stato interpellato e ho raccontato con oggettività come stanno le cose. Non nascondendo che ci sono anche dei problemi organizzativi e gestionali. Ma tutto questo fa parte della realtà, di una situazione complessa che si è creata un po' a tutti i livelli, non solo nell'ambito scolastico». 

Il diritto dei ragazzi – Pellegrinelli è comunque favorevole alla riapertura delle scuole. E lo ribadisce. «Andare a scuola è un diritto dei ragazzi. E noi dobbiamo fare di tutto per garantire loro questo diritto». Cossi non ci sta. E invia altre frecciate sia al DECS sia al sindaco di Capriasca. «Le idee del Cantone creano un sacco di difficoltà organizzative. E poi non siamo tranquilli. Chi ci rassicura di fronte al rischio di nuovi contagi?» Pellegrinelli è lapidario: «La scuola fa parte della società. Non possiamo mettere i ragazzi sotto una campana di vetro». 

Un Ticino spaccato in due – La diatriba tra i due sindaci sottocenerini dimostra come il Ticino sia letteralmente spaccato in due sulla riapertura delle scuole. Eppure, la data dell'undici maggio è sempre più vicina. I tempi stringono. Se da una parte le opposizioni si fanno sempre più pressanti, altri si chiedono se non sia il caso, perlomeno di fare un tentativo, dando fiducia a Bertoli, piuttosto che mettersi a fare ulteriori polemiche.

Poche settimane all'estate – «Il vero problema – sostiene Cossi – è che il Dipartimento ha preso questa decisione senza consultare nessuno. Né i docenti, né le autorità comunali, né i medici. Certo, abbiamo fatto una video conferenza, ma era già tutto ormai predisposto. A noi non restava che accettare. Riaprire per poche settimane non ha senso. Questo periodo ci doveva servire per pianificare al meglio la ripresa di settembre». 

Bisogno di serenità – Anche in questo caso Pellegrinelli non è d'accordo. «Le settimane che mancano alla fine dell'anno scolastico non sono poi così poche. E quella a distanza non può essere definita vera scuola. C'è stata massima trasparenza. Queste continue discussioni fanno solo male alla scuola e ai ragazzi, che ora hanno bisogno di serenità. Dovremmo trasmettere positività e tranquillità ai nostri allievi. E lasciare da parte le beghe politiche. Non capisco, ad esempio, perché la stessa discussione non la si faccia sulla riapertura dei ristoranti o di qualsiasi altro settore. Sono amareggiato».

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE