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MONTECENERIMorte dell’operaio a Sigirino: il Tribunale Federale assolve tutti

21.12.18 - 21:23
L’Alta Corte di Losanna ha confermato quanto già aveva deciso la Corte d’appello, prosciogliendo i tre imputati. I familiari: «Non ci arrendiamo»
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Morte dell’operaio a Sigirino: il Tribunale Federale assolve tutti
L’Alta Corte di Losanna ha confermato quanto già aveva deciso la Corte d’appello, prosciogliendo i tre imputati. I familiari: «Non ci arrendiamo»

MONTECENERI - Il Tribunale federale ha deciso: gli imputati nella vicenda per la morte di Pietro Mirabelli, il 54enne calabrese che perse la vita nel cantiere AlpTransit il 22 settembre 2010, sono tutti assolti. L’Alta Corte di Losanna ha confermato quanto già aveva deciso la Corte d’appello a fine maggio, ribaltando la sentenza in primo grado.

Condanna in primo grado e la sentenza ribaltata - Per la morte dell’operaio erano stati condannati in prima istanza per omicidio colposo a pene pecuniarie sospese con la condizionale due dei tre imputati: 150 aliquote giornaliere (pari a 25'500 franchi) per l’ingegnere e 90 aliquote (in tutto 2'700 franchi) al caposciolta. Il macchinista addetto alla manovra della perforatrice era invece già stato assolto dall'accusa di omicidio colposo. In maggio la Corte aveva evidenziato le «importanti e gravi» lacune con cui è stata condotta l'inchiesta, nelle ore e nei giorni successivi a quanto accaduto. Secondo i giudici, inoltre, «l’atteggiamento della vittima era risultato a tal punto imprevedibile e straordinario da relegare in secondo piano il comportamento dei prevenuti».

Il ricorso - Nel ricorso al Tribunale federale è stato criticato il fatto che la Corte cantonale si fosse distanziata dall’opinione del perito. Corte secondo la quale «la perizia giudiziaria» era talmente «limitata» da venire considerata «alla stregua di un parere personale». Sulla base degli atti disponibili, aveva quindi deciso che non fosse possibile accertare nulla riguardo alle cause e alla dinamica del distacco della lastra di granito di 400 chili che, staccandosi da un’altezza di sette metri, aveva travolto e ucciso Pietro Mirabelli.

Circostanza eccezionale o prassi? - La Corte cantonale aveva anche considerato che il comportamento della vittima «spintasi fino a sotto il punto di perforazione in una situazione di rischio» fosse una «circostanza eccezionale e imprevedibile». Ma per i parenti di Pietro Mirabelli «l'accesso degli operai alla zona pericolosa era noto a tutti e non erano mai stati adottati provvedimenti per impedire l'entrata all'area del fronte di scavo». Per il Tribunale Federale «la vittima, svolgendo a pieno titolo la funzione di caposquadra, disponeva di competenze professionali e di una formazione adeguata in materia di sicurezza ed era in quei frangenti il responsabile della sicurezza per i minatori del suo gruppo».

Con il respingimento del ricorso da parte del Tribunale federale, a distanza di otto anni la morte del 54enne resta senza un colpevole. La prima reazione dei parenti della vittima, però, non si è fatta attendere: «Stiamo lavorando a 360 gradi per il ricorso al terzo grado di giudizio».

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