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Ticino"Il Ticino in perdita di velocità?

11.07.09 - 09:34
È il direttore dell'Ente Turistico Ticinese (ETT) Tiziano Gagliardi a interrogarsi dopo il brusco calo di pernottamenti registrati in Ticino nel 2008. Le cause del tracollo. Le colpe. Dove migliorare. A colloquio con il numero uno del turismo ticinese.
Tiziano Gagliardi direttore dell'Ente Turistico Ticinese - Foto Ti Press
"Il Ticino in perdita di velocità?
È il direttore dell'Ente Turistico Ticinese (ETT) Tiziano Gagliardi a interrogarsi dopo il brusco calo di pernottamenti registrati in Ticino nel 2008. Le cause del tracollo. Le colpe. Dove migliorare. A colloquio con il numero uno del turismo ticinese.

LUGANO - Lo ha definito il "corpo del reato". Ed è effettivamente un bel reato dal profilo economico per il nostro Cantone. Quel calo del 3.2 dei pernottamenti  registrato nel 2008 in Ticino, non piace a Tiziano Gagliardi, direttore dell'Ente Turistico Ticinese (ETT). Anche perchè il calo si è registrato solo in Ticino, mentre nel resto della Confederazione si è invece raggiunto un nuovo record con un aumento del 2.7%. Una situazione per la quale Tiziano Gagliardi non nasconde preoccupazione. "Un calo in Ticino, quando in tutta il resto della Svizzera c'è stato un record, non può che preoccuparmi" ci ha detto Gagliardi.

La domanda che molti si fanno e che si sarà fatto anche lei è 'come si giustifica questo calo'.  Si è dato una risposta?
"L'individuazione del problema non è affatto evidente. Ci sono parecchi fattori in gioco. Un motivo è sicuramente la congiuntura in atto. Ma il grande problema è che il Ticino turistico soffre sempre di più di un calo di attrattività del prodotto e ne consegue, ovviamente, una promozione dei contenuti meno efficace.

Il calo in realtà c'è stato solo in Ticino, ma non nel resto della Svizzera. Quindi verrebbe da pensare che non centra nulla la crisi economica.
"Il calo si è fatto sentire all'inizio dell'anno, ma si è intensificato a fine anno,  e anche le altre realtà turistiche hanno subito delle perdite negli ultimi mesi del 2008, quindi direi proprio che la crisi economica  ha fatto sentire  il suo peso".

Ha parlato di problemi strutturali alla base del calo di pernottamenti. Che cosa intendeva?
"Mi riferivo, come detto , al prodotto. Manchiamo di strutture alberghiere: ci sono quelle di categoria A,  ma ci sono quelli che fanno fatica a rimanere a un determinato livello. Gli alberghi ad esempio potrebbero puntare sul wellnes, settore questo che viene sempre più richiesto dai clienti o avere una chiara strategia di posizionamento. Inoltre abbiamo meno da offrire in caso di cattivo tempo".

Mi faccia un esempio di questa carenza.
"Ginevra, come tutte le città sta subendo in questi mesi un calo dei pernottamenti. Un calo dovuto essenzialmente alla crisi. Loro però  le strutture le hanno,  e  quando domani la crisi finirà, il treno tornerà a mettersi in marcia. In Ticino, invece, nel momento in cui si la crisi finirà, saremosiamo costretti ad andare avanti con le solite marce ridotte".

Secondo lei il  Ticino ha ancora una vocazione turistica? Magari l'aveva un tempo e oggi l'ha di meno visto che sono cambiate le esigenze della clientela.
"Assolutamente no. La vocazione turistica è insita nel ticinese. Negli anni passati sono state fatte delle scelte politiche che hanno favorito lo sviluppo economico, immobiliare, delle aziende e, delle banche. Scelte che hanno permesso sicuramente di far crescere questo cantone, ed è stato giusto così. Spesso però ci si è dimenticati che il turismo è basato principalmente sulla bellezza di un posto, sul mantenimento dei luoghi. Il Ticino era un Cantone con un'attrattiva eccezionale. Lo è ancora, basta  solo andare a riscoprire le bellezze e le particolarità della nostra terra. Il problema è che abbiamo contribuito a imbruttire il tutto e non abbiamo realizzato grandi attrattori turistici.".

Dove andare a migliorare?
"Si può sempre migliorare, iniziando dall'accoglienza e dalla cultura dell'ospitalità che è forse venuta meno negli ultimi anni"

La cosa più comune che si sente in giro, soprattutto nella vicina Italia, è che il Ticino è una terra per vecchi. Come risponde a queste accuse?
"Rispondo con una recente indagine realizzata dalla Coop Zeitung. Si tratta di una ricerca seria, effettuata  a livello nazionale. L'indagine chiedeva in sostanza quale fosse la miglior metà di vacanza per gli svizzeri. Ebbene, il Ticino è risultato il cantone preferito degli Svizzeri, con un buon 31%. Ma la cosa più sorprendente, e che ha stupito anche il sottoscritto, è che il Ticino è stata indicata come la meta più amata dai giovani svizzeri con oltre il 40%, e sto parlando di ragazzi tra i 19 e i 28 anni.  Quindi siamo riusciti a toglierci di dosso questo impermeabile un po'usato del turista anziano, anche perchè le fasce giovanili iniziano  a vedersi in maniera maggiore, e questo grazie anche a determinate attività fisiche che offriamo, penso per esempio al bunging jumping in Verzasca, al canyoning ed a molte altre attività".

A parte le escursioni e le attività fisiche, perché un giovane dovrebbe venire in Ticino, quando i negozi chiudono alle 18.30, i bar abbassano la saracinesca troppo presto, ci si lamenta dei rumori notturni, e dopo le 19.00 in centro a Lugano sembra che ci sia il coprifuoco?
"Condivido il suo discorso sui negozi. È un problema molto sentito, se ne parla spesso, e a mio avviso chiudere i negozi comporta inevitabilmente un calo di attrattività per  la città. Sulle offerte notturne, mi sembra che a livello di eno-gastronomia lo scenario che offriamo sia ottimo e di qualità. Abbiamo locali notturni, discoteche, quindi la fascia di intrattenimento è garantito. Vantiamo il più grande Open Air della Svizzera: da giugno a settembre è un continui susseguirsi di grossi eventi...si parte con Estival Jazz e si va avanti tra News Orleans Jazz Ascona, il Magic Blues, Moon and Stars, fino ad arrivare al festiva di Locarno, a Blues to Bop e ai vari Cinema all'aperto.

Incassata l'amarezza per il calo di pernottamenti, ora che pensate di fare?
"Sono già in atto diverse iniziative per incentivare il turismo italiano e svizzero tedesco  fin all’inizio dell’estate e in particolar modo nei mesi autunnali.  Dobbiamo concentrarci suil mercati di prossimità, poiché solitamente in tempi di crisi si viaggia meno, o si scelgono mete più vicine. Di certo non possiamo stare a guardare, ma rimboccarci le maniche e lavorare".

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