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SVIZZERA/USA

Trump sta pianificando un accordo farmaceutico per tariffe più basse

Le aziende farmaceutiche svizzere sono preoccupate per la minaccia dei dazi doganali statunitensi. L'accordo potrebbe ora ridurli significativamente, con un conseguente calo dei prezzi negli Stati Uniti.
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Trump sta pianificando un accordo farmaceutico per tariffe più basse
Le aziende farmaceutiche svizzere sono preoccupate per la minaccia dei dazi doganali statunitensi. L'accordo potrebbe ora ridurli significativamente, con un conseguente calo dei prezzi negli Stati Uniti.

BERNA/WASHINGTON - Da quasi cinque mesi, le aziende farmaceutiche svizzere come Roche e Novartis vivono con il fiato sospeso: a fine luglio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inviato una lettera a 17 aziende farmaceutiche, chiedendo loro di abbassare i prezzi negli Stati Uniti. In caso contrario, ha minacciato di imporre dazi punitivi sui farmaci importati negli Stati Uniti. I dazi sono diventati una delle carte più spesso giocate dal 79enne, nel corso del suo secondo mandato, per esercitare pressione economica sugli altri Paesi.

L'incertezza potrebbe presto finire: come riporta Bloomberg, la Casa Bianca è prossima ad annunciare un accordo con Roche e Novartis. L'annuncio potrebbe essere dato già venerdì, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa, che cita fonti interne.

Secondo quanto riferito, l'accordo mira a garantire prezzi statunitensi più bassi per i due colossi farmaceutici svizzeri, e potenzialmente anche per altri produttori di farmaci in futuro. In cambio, i dazi sulle merci esportate dalla Svizzera verrebbero ridotti. Né Roche e Novartis, né la Casa Bianca, hanno rilasciato dichiarazioni dettagliate.

Trump vuole un accordo vincolante entro la fine di marzo - Per quanto riguarda i dazi sugli altri prodotti svizzeri, la Casa Bianca ha confermato per la prima volta mercoledì l'accordo per ridurli dal 39 al 15%. Tuttavia, la dichiarazione dell'amministrazione Trump mostra anche che le relazioni commerciali tra Svizzera e Stati Uniti non sono affatto stabili a lungo termine: Washington vuole un accordo tariffario vincolante con la Svizzera entro il 31 marzo. Se questa scadenza non dovesse essere raggiunta, i dazi del 15% saranno «rivisti e riconsiderati, se necessario».

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