Cerca e trova immobili
SVIZZERA

I prezzi alla produzione e all'importazione scendono ancora

Rallantamento dei rincari sul fronte aziendale. Si è dovuto pagare di più solo per i metalli, tutto il resto è in calo. Ciò si rifletterà anche sul consumatore finale?
deposit
Fonte ats
I prezzi alla produzione e all'importazione scendono ancora
Rallantamento dei rincari sul fronte aziendale. Si è dovuto pagare di più solo per i metalli, tutto il resto è in calo. Ciò si rifletterà anche sul consumatore finale?

NEUCHÂTEL - Ancora segnali di rallentamento del rincaro sul fronte aziendale: in ottobre i prezzi alla produzione e all'importazione sono scesi dello 0,3% rispetto a settembre. Su base annua si regista una flessione dell'1,7%, ciò che costituisce il 30esimo arretramento consecutivo, emerge dalle informazioni diffuse stamani dall'Ufficio federale di statistica (UST).

Nel dettaglio, per quanto riguarda il dato sui soli prezzi alla produzione - che mostra l'evoluzione relativa ai prodotti indigeni - si è assistito rispettivamente a una diminuzione mensile dello 0,2% e a una contrazione dell'1,3% rispetto allo stesso mese del 2024. Nel confronto con settembre sono diventati più a buon mercato soprattutto gli orologi, le apparecchiature elettriche e rottami di ferro.

Il secondo sottoindice, quello dei prezzi all'importazione, presenta un'evoluzione più netta: risulta in lieve flessione il dato mensile (-0,4%) ed è in forte diminuzione quello annuo (-2,7%). Si è dovuto pagare di più - nel paragone mensile - per i metalli; prezzi in contrazione sono stati osservati invece per macchine, petrolio, gas, preparati farmaceutici, prodotti informatici ed elettronici, apparecchiature elettriche, nonché frutta.

L'indice dei prezzi alla produzione e all'importazione è un indicatore congiunturale che riflette l'andamento dell'offerta e della domanda sui mercati dei beni, spiegava tempo fa l'UST. Il dato è considerato un parametro importante per capire lo sviluppo dei prezzi al consumo (cioè l'inflazione), poiché i costi di produzione sono normalmente trasferiti sui prodotti finali. Tuttavia mostra oscillazioni significativamente più marcate ed è molto più volatile a causa della forte dipendenza dalle materie prime.

Come si ricorderà in Svizzera l'inflazione è scesa allo 0,1% in ottobre, a fronte dello 0,2% di settembre, agosto e luglio. Si tratta di un dato ancora in linea con l'obiettivo di stabilità dei prezzi della Banca nazionale svizzera (BNS), che l'istituto identifica in un incremento annuo inferiore al 2%.

I vari attori economici che pubblicano previsioni sul tema (a titolo d'esempio Seco, Ocse, KOF, Economiesuisse, UBS, Fondo monetario internazionale e altri ancora) pronosticano che nel 2025 il rincaro medio si attesterà a valori compresi fra lo 0,1% e lo 0,3%; per quanto riguarda il 2026 le stime si muovono in una fascia fra lo 0,3% e lo 0,8%. L'inflazione aveva raggiunto nel 2022 un picco del 2,8%, salendo ai massimi da 30 anni, ed era poi calata al 2,1% nel 2023 e all'1,1% nel 2024.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE