Inaugurato il comprensorio sciistico più piccolo del mondo, che parla anche di cambiamento climatico. Userà la neve sgomberata in città
SAN GALLO - Il comprensorio sciistico più piccolo al mondo ha una pista lunga 20 metri, uno skilift con cinque ganci, oltre ad un bar après-ski, un Airbnb e un negozio di souvenir. L'iniziativa, voluta da quattro artisti sangallesi, è un riferimento al cambiamento climatico ed ha incontrato varie resistenze sia dai vicini che dall'UDC. Sabato è avvenuta l'inaugurazione, che ha attirato 200 curiosi.
Una pista in mezzo alle case - La stazione sciistica non si trova in montagna bensì al numero 50 della Schneebergstrasse a San Gallo e fino a poco tempo fa era un condominio destinato alla demolizione. Anita Zimmermann, Christian Meier, Sonja Rüegg e Thomas Stüssi sono gli artisti che hanno creato, col supporto di uno studio di architettura, il progetto.
La neve portata dalla città - Qualche tempo fa, 20 Minuten si era occupato del tema. La neve utilizzata sarà quella sgomberata in città, che sarà depositata davanti alla casa, caricata su nastri trasportatori, trasportata attraverso il soggiorno e infine gettata sulla pista, che verrà poi modellata a mano con le pale. All'inaugurazione non ce ne era, ma il bar è stato aperto lo stesso. Malgrado sia lunga solo una ventina di metri, è una pista nera.
Il vicino non voleva caos - L'idea, che è un omaggio alla sciovia ad ancora, inventata 90 anni fa a Davos, aveva incontrato l'opposizione del vicino di casa, deciso a non avere caos, che poi l'aveva ritirata.
L'UDC: «No a sovvenzioni agli attivisti del clima» - Il Canton San Gallo aveva concesso una sovvenzione di 450mila franchi provenienti dal fondo della lotteria, ma l'UDC l'aveva contestata, motivando che, a suo avviso, non si dovrebbe versare denaro ad attivisti per il clima verdi e di sinistra che sparano a zero sulle stazioni sciistiche e il turismo invernale. La maggioranza borghese in parlamento ha infine ottenuto l'annullamento della sovvenzione del contributo del governo.
I costi - A questo punto, gli artisti hanno lanciato un finanziamento collettivo ("crowdfunding") per ottenere i 45'000 franchi rifiutati dal parlamento. Il progetto è costato complessivamente 187mila franchi. Lo scopo, secondo Zimmermamm, è «suscitare emozioni».