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La causa contro il suo fondatore getta un'ombra su Davos 2025?

Venerdì 17 gennaio Klaus Schwab si trovava in tribunale a New York per rispondere delle accuse di razzismo e discriminazione
Imago
Fonte 20 min
La causa contro il suo fondatore getta un'ombra su Davos 2025?
Venerdì 17 gennaio Klaus Schwab si trovava in tribunale a New York per rispondere delle accuse di razzismo e discriminazione

DAVOS / NEW YORK - Tutto è pronto a Davos: manca pochissimo all’inizio del 55esimo WEF. Ma, quest’anno, c’è un’ombra che disturba, o potrebbe creare imbarazzo, agli organizzatori. Si tratta della causa intentata contro il fondatore del Forum economico mondiale Klaus Schwab.

La convocazione - Venerdì 17 gennaio, l’86enne era a New York per rispondere dell’accusa di aver creato un ambiente di lavoro ostile per le donne e gli afroamericani, caratterizzato da razzismo e licenziamenti immotivati. Nello specifico, una donna ha denunciato d’essere stata lasciata a casa dopo il congedo per la gravidanza.

Il WEF respinge le accuse - Dal canto suo, l’uomo respinge con fermezza ogni capo d’imputazione. Viene precisato dai suoi avvocati, inoltre, che il Forum economico mondiale ha una politica molto severa verso le discriminazioni e le molestie.

La successione - In ogni caso, Schwab aveva già annunciato le sue dimissioni da presidente esecutivo. La successione sarà un passaggio quasi scontato, obbligato. L’erede designato è il già amministratore delegato norvegese del WEF Børge Brende.

Gli articoli del WSJ - Già nei mesi passati, il Wall Street Journal aveva descritto cosa avveniva da anni dietro le quinte della prestigiosa organizzazione, sulla base delle testimonianze di 80 ex e attuali dipendenti dagli anni 1980 a oggi, alcuni dei quali condividono il trauma dell'aver lavorato al WEF in una chat WhatsApp dal titolo "WEFugges".

Gli episodi - Fra gli episodi citati del Wall Street Journal contro Schwab c'è quello di alcuni anni fa quando decise che l'organizzazione andava ringiovanita e indicò alle risorse umane un gruppo di over 50 che doveva essere licenziato.

L’affaire Gallo - Il responsabile delle risorse umane Paolo Gallo, ex manager della Banca Mondiale, rifiutò di farlo spiegando che per licenziare qualcuno serviva una motivazione valida. Il risultato fu che Schwab licenziò Gallo. Diversi altri casi riguardano invece donne licenziate perché incinte e dipendenti afroamericani insultati usando la 'N-word'.

Il WEF, è bene ribadirlo, respinse ogni accusa.

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