Coprono lo stupro commesso da un collega, indagati due agenti di polizia

I due poliziotti (ora in pensione) contestano le accuse e si dichiarano innocenti
I due poliziotti (ora in pensione) contestano le accuse e si dichiarano innocenti
GINEVRA - Stupro e rapimento nei confronti di una prostituta. Sono i principali capi d'imputazione nei confronti di un agente di polizia ginevrino. Il caso, prima portato alla luce dalla RTS e poi ricostruito da 24 Heures, risale alla notte fra il 2 e il 3 aprile 2018.
I fatti - Secondo quanto denunciato dalla donna, lei e il poliziotto (fuori servizio) si sono appartati in un parcheggio nei sobborghi di Ginevra. L’uomo avrebbe avuto un comportamento violento, tirandole i capelli, spogliandola con forza e minacciando di rispedirla in Romania. Inoltre, durante il rapporto, consumato senza protezioni nonostante le proteste della donna, il poliziotto le avrebbe stretto il collo e i polsi, oltre a schiaffeggiarla.
La denuncia - La donna è riuscita a scappare e a chiedere aiuto, fermando un taxi in mezzo alla strada. La vittima è stata poi portata in gendarmeria per formalizzare la denuncia. A quel punto, si sarebbe trovata di fronte al presunto molestatore e altri due agenti.
Telefoni sotto controllo - A seguito dell’accusa della donna, la procura ha messo sotto controllo i telefoni dei tre poliziotti. A seguito delle indagini, è stato aperto un procedimento penale anche nei confronti dei due poliziotti, oggi in pensione, che avrebbero contribuito a coprire il collega, insabbiando il caso.
«Siamo innocenti» - I tre agenti si dichiarano tutti innocenti. Soprattutto l’uomo accusato di stupro afferma d’aver pagato 100 franchi la donna per il rapporto sessuale. Nega con forza ogni tipo di violenza, insulti e minacce.
«Hanno tentato di corrompermi» - Stando a quanto ricostruito in un servizio andato in onda sulla RTS, la prostituta ha affermato di essere stata vittima di un tentativo di corruzione: «Ho avuto molta paura. Ho cominciato a piangere, a gridare. Il commissario ha provato a calmarmi. Poi mi ha proposto 200 o 500 franchi che il mio aggressore era disposto a offrirmi per dimenticare tutto. Mi sono sentita come se valessi meno di nulla».





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