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SVIZZERA

La Svizzera? «Un paradiso per l'industria del tabacco»

Nel confronto con il resto d’Europa, la Confederazione mostra gravi carenze in materia di prevenzione e promozione della salute.
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Fonte Tages-Anzeiger
La Svizzera? «Un paradiso per l'industria del tabacco»
Nel confronto con il resto d’Europa, la Confederazione mostra gravi carenze in materia di prevenzione e promozione della salute.

ZURIGO - Nel grande dilemma sulla formula magica per frenare l'aumento della spesa sanitaria (e di conseguenza dei premi di cassa malati) c’è un ambito che la Svizzera può sicuramente migliorare: «La prevenzione e la promozione della salute». 

Lanterna rossa - A sostenere questa tesi è Stefan Boes, professore di economia sanitaria all'Università di Lucerna. Già, perché il nostro paese non solo è in ritardo rispetto al resto dell’Europa, ma si colloca in fondo alla speciale classifica.

Il problema è emerso chiaramente dal nuovo studio prodotto dall’assicurazione sanitaria tedesca AOK per valutare come i paesi europei attuano le misure di prevenzione raccomandate dai diversi studi scientifici. E i risultati, come detto, non sorridono alla Svizzera. La Confederazione ha ottenuto solo 32 punti su 100 (guadagnandosi la lanterna rossa) per quanto riguarda la prevenzione del consumo di fumo, di alcol e la promozione di un'alimentazione sana.

Un paradiso per l'industria del tabacco - Lo studio punta il dito in particolar modo contro la politica sul tabacco. La Svizzera è infatti uno dei soli quattro paesi (considerati nello studio) a non aver ratificato la Convenzione dell’OMS sul tabacco. Insomma, un “paradiso per l’industria”. E va da sé che i vincoli per la produzione, la vendita e la pubblicità di tabacco sono minimi.  

Nel Global Tobacco Index, che valuta il grado di influenza dell’industria del tabacco in cento paesi, la Svizzera si colloca al penultimo posto. Il rapporto la descrive come un vero e proprio laboratorio di marketing per le multinazionali del settore e denuncia la presenza di lobbisti e figure legate all’industria del tabacco in ruoli politici di primo piano.

Alcol reperibile troppo facilmente - La situazione migliora leggermente per quanto riguarda invece la politica in materia di alcol, la Svizzera ottiene risultati leggermente migliori rispetto ad altri Paesi. Tuttavia, secondo il rapporto, l'alcol è reperibile troppo facilmente, è troppo economico, poco tassato e pubblicizzato con poche restrizioni. 

L'alcol è una sostanza tossica per le cellule che può danneggiare diversi organi del corpo. Un consumo eccessivo aumenta il rischio di cancro, infarto e malattie psichiatriche. Inoltre, aumenta il rischio di incidenti e violenza. Ciò comporta costi annuali pari a circa 2,8 miliardi di franchi.

Obesità in aumento - A pesare sul bilancio finale anche l’aumento di problematiche legate a un’alimentazione squilibrata. Secondo il rapporto, Berna non ha attuato misure a livello nazionale per promuovere un'alimentazione sana, come una tassa sullo zucchero o norme efficaci per la protezione dei bambini nella pubblicità alimentare di prodotti malsani.

Anche le attività fisiche, ad esempio nelle scuole e nelle aziende, non sono promosse in modo sistematico. Il tasso di obesità è più che raddoppiato in trent'anni, superando il 12% nel 2022. 

L'impatto sulla spesa sanitaria - Insomma, dati alla mano, la mancanza di prevenzione ha un impatto sulla spesa sanitaria non indifferente. La Svizzera destina all’assistenza sanitaria l’11,8% del prodotto interno lordo, una delle quote più elevate in Europa. Tra i paesi presi in esame nell’indice di salute pubblica, solo Germania e Austria registrano una percentuale superiore.

«Il sistema sanitario svizzero è uno dei più costosi al mondo, ma anche uno dei migliori», afferma però l'esperto Boes. Ciò che non viene preso in considerazione nello studio è lo stato di salute della popolazione.

«C'è margine di miglioramento» - Rispetto ad altri paesi, gli svizzeri stanno molto bene, come dimostrano i confronti internazionali, tra cui il rapporto annuale dell'OCSE. «Si potrebbe quindi sostenere che le misure sono necessarie solo quando c'è davvero bisogno di agire», afferma Boes.

Per l'economista sanitario è comunque chiaro: «In Svizzera c'è margine di miglioramento nella prevenzione». A suo avviso, bisognerebbe concentrarsi maggiormente sulla diagnosi precoce sistematica piuttosto che sulle cure. Infatti, ogni diagnosi tardiva comporta costi ospedalieri elevati e assenze dal lavoro, oltre che dalla famiglia, per le persone colpite. «Ci vuole più consapevolezza che la prevenzione migliora il sistema sanitario».

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