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Previdenza in Svizzera: chi lavora è in ansia, chi è in pensione è sereno

Conoscenze finanziarie limitate e costi in crescita alimentano le preoccupazioni degli svizzeri, soprattutto di chi è in età lavorativa.
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Previdenza in Svizzera: chi lavora è in ansia, chi è in pensione è sereno
Conoscenze finanziarie limitate e costi in crescita alimentano le preoccupazioni degli svizzeri, soprattutto di chi è in età lavorativa.

ZURIGO - Il nuovo studio «Panorama Previdenza Svizzera» di Swiss Life fotografa un Paese diviso tra una popolazione attiva preoccupata per il futuro e pensionati in larga parte soddisfatti della propria situazione economica. La ricerca, basata su un sondaggio rappresentativo di 3500 persone, analizza conoscenze finanziarie, risparmio e comportamento previdenziale degli svizzeri, offrendo una delle panoramiche più complete sul tema.

Dalla rilevazione emerge che metà della popolazione riesce ad arrivare a fine mese senza difficoltà (con facilità o molta facilità), un valore elevato nel raffronto internazionale. Tuttavia, un quarto delle persone continua ad avere problemi nel far quadrare i conti. Le differenze tra gruppi sociali sono marcate: le coppie in pensione sono le più soddisfatte (72%), mentre solo il 32% delle famiglie monoparentali in età lavorativa si considera in una buona situazione finanziaria.

Pesano la cassa malati e l'aumento dei prezzi - Il 38% degli intervistati ha percepito un peggioramento rispetto all’anno precedente, imputato soprattutto all’aumento dei premi della cassa malati e dei prezzi dei beni di consumo.

Impreparati - Parallelamente cresce la consapevolezza dei limiti nelle conoscenze previdenziali: solo il 17% ritiene che la scuola fornisca una preparazione adeguata e pochi sanno spiegare termini tecnici come «importo di coordinamento» (22%) o «aliquota di conversione» (31%).

La maggior parte si affida a banche, familiari o consulenti previdenziali; minimale invece il ruolo dei “finfluencer”.

Risparmiano in tre su cinque - Sul fronte del risparmio, tre persone su cinque in età lavorativa riescono a mettere da parte denaro, una quota stabile da anni. Le motivazioni cambiano lungo il ciclo di vita: i giovani risparmiano per viaggi, famiglia o casa; chi si avvicina ai 65 anni punta soprattutto a garantirsi una pensione serena. Ma le aspettative restano modeste: solo il 42% degli attivi crede di poter mantenere il proprio tenore di vita in pensione, mentre tra i pensionati la percentuale sale al 71%.

Oltre la metà investe - L’investimento rimane un tema delicato. Il 51% possiede titoli o fondi, con forti differenze legate a patrimonio, genere e conoscenze: investono più gli uomini e chi ha competenze finanziarie maggiori. In caso di un’entrata supplementare di 1000 franchi al mese, metà degli intervistati li terrebbe su un conto di risparmio e solo un terzo li investirebbe. La prudenza deriva soprattutto dalla scarsa familiarità con i mercati, dalla mancanza di tempo o dai redditi percepiti come insufficienti.

Paese solido, ma crescono le incertezze - Il quadro complessivo delineato dallo studio è quello di un Paese generalmente solido, ma segnato da crescenti incertezze tra la popolazione attiva, che teme di non riuscire a mantenere il proprio stile di vita in futuro. Una sfida che rende sempre più centrale il tema dell’educazione finanziaria e della pianificazione previdenziale.

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