Se la Corte Suprema annullasse i dazi? «L'accordo con la Svizzera cadrebbe»

La legalità delle tariffe imposte da Donald Trump è attualmente sotto esame. Cosa accadrebbe nel "peggiore" dei casi? Ne parliamo con l'esperta di diritto internazionale Krista Nadakavukaren Schefer.
La legalità delle tariffe imposte da Donald Trump è attualmente sotto esame. Cosa accadrebbe nel "peggiore" dei casi? Ne parliamo con l'esperta di diritto internazionale Krista Nadakavukaren Schefer.
WASHINGTON / BERNA - Il consigliere federale Guy Parmelin e la direttrice della Segreteria di Stato dell'economia Helene Budliger Artieda sono rientrati venerdì mattina dagli Stati Uniti. Parmelin ha espresso ottimismo in merito all'accordo sui dazi: «Abbiamo chiarito praticamente tutto». Parallelamente, il Consiglio federale ha confermato che l'accordo con gli Stati Uniti prevede ora dazi doganali al 15% e non al 39%.
Dal fronte economico, però, giungono alcune preoccupazioni. Un accordo separato con Washington potrebbe essere compromesso da un’eventuale sentenza della Corte Suprema statunitense. «Se Trump avesse agito senza base legale, un nuovo accordo potrebbe addirittura rivelarsi svantaggioso, perché impedirebbe di tornare alla situazione precedente», aveva dichiarato Patrick Dümmler dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri. Ma questo rischio è reale? La Svizzera si sta vincolando ad accordi che potrebbero presto cadere? L’esperta di diritto internazionale Krista Nadakavukaren Schefer fa chiarezza.
Professoressa Nadakavukaren Schefer, cosa accadrebbe se la Corte Suprema dovesse richiamare Trump?
«La Corte Suprema sta valutando se Trump ha il potere di imporre dazi sulla base dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA). Il nodo riguarda l’estensione dei poteri presidenziali rispetto a quelli del Congresso. Se i giudici stabilissero che Trump non disponeva di tale competenza, gli attuali dazi verrebbero automaticamente annullati. Ciò non significherebbe tuttavia che il presidente degli Stati Uniti non possa più applicare alcun tipo di tariffa».
In che senso?
«In quel caso, il presidente dovrebbe ricorrere ad altre basi legali, che prevedono però requisiti più severi, come una maggiore supervisione del Congresso od obblighi di rendiconto. Non sarebbe più possibile introdurre dazi generali, illimitati e in tutti i settori».
Che conseguenze avrebbe questo per i negoziati doganali con la Svizzera?
«Se la Corte Suprema togliesse a Trump la base giuridica dell’IEEPA, i dazi oggi applicati alla Svizzera decadrebbero automaticamente, perché fondati proprio su quella norma».
Ma la Svizzera sta trattando un accordo doganale separato: resterebbe valido?
«No. Se la Corte Suprema dichiarasse illegittimi i dazi, anche un’intesa bilaterale basata su quelle stesse misure perderebbe rilevanza».
Dunque ha senso negoziare ora, nonostante il procedimento giudiziario in corso?
«Sì, dal punto di vista economico la Svizzera non avrebbe nulla da perdere. Se la Corte Suprema dovesse dare ragione a Trump e confermare i dazi, Berna otterrebbe comunque tariffe ridotte, attorno al 15%. Se invece i giudici li dichiarassero illegali, la Svizzera beneficerebbe direttamente dell’eliminazione dei dazi, rendendo superfluo qualsiasi accordo».
Trump potrebbe però imporre nuovi dazi basati su altre leggi, anche se perdesse la causa. Cosa succederebbe in quel caso?
«Qualora il presidente decidesse di introdurre nuove tariffe utilizzando altre basi legali, la Svizzera si troverebbe probabilmente nella necessità di rinegoziare o, eventualmente, di ricorrere alle vie giudiziarie. Ma si tratterebbe di uno scenario favorevole per Berna, perché le basi legali alternative impongono limiti più stringenti e non consentono dazi generalizzati su ogni settore».
La Svizzera potrebbe inserire una clausola che annulli automaticamente l’accordo se la Corte Suprema boccia i dazi?
«In teoria sì, ma sarebbe una mossa rischiosa dal punto di vista negoziale, soprattutto considerando l’influenza personale del presidente Trump sul processo politico e il suo interesse verso un certo esito giudiziario. Inoltre, la Svizzera mira a una riduzione delle tariffe, e una sentenza della Corte Suprema avrebbe effetto diretto anche senza clausole aggiuntive».





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