Non paghi il parcheggio? L'azienda pubblica la tua targa

Fa discutere la decisione presa da una impresa bernese. Le proteste: «Dipendenti messi alla gogna». Ecco cosa dice la legge
Fa discutere la decisione presa da una impresa bernese. Le proteste: «Dipendenti messi alla gogna». Ecco cosa dice la legge
BERNA - Un’azienda del Canton Berna ha pubblicato sulla propria rete intranet i numeri di targa delle auto di alcuni dipendenti che non avevano pagato le tariffe di parcheggio.
«Dipendenti messi alla gogna» - La decisione ha generato malcontento tra il personale e solleva interrogativi sulla protezione dei dati. Secondo quanto riferito, i numeri delle targhe erano stati eliminati dall'elenco consultabile online, rendendo impossibile risalire ai proprietari. «La pubblicazione aveva chiaramente lo scopo di esercitare pressione sui dipendenti e metterli alla gogna - ha dichiarato un lavoratore a 20 Minuten - Diversi colleghi sono molto irritati».
«Stigmatizzazione pubblica» - Lo stesso dipendente spiega di non gradire che questioni personali come multe o spese non pagate diventino di dominio aziendale: «Anche se compaiono solo le targhe, spesso si sa comunque a chi appartiene l’auto, basta vedere chi la guida».
«Dipendenti messi alla gogna» - Secondo lui, l’iniziativa rappresenta una grave violazione della privacy e della reputazione dei dipendenti: «Con questa azione vengono stigmatizzati pubblicamente». Dopo essersi rivolto ai responsabili, si è sentito rispondere che l’intento non era mettere in imbarazzo nessuno, ma sollecitare il pagamento delle somme dovute.
Cosa dice la legge - L’avvocata Stephanie Stampfli, interpellata dal quotidiano, chiarisce che «le targhe dei veicoli sono dati personali». Se la pubblicazione serve a esercitare pressione o provocare imbarazzo, «non è consentita né dal diritto del lavoro né da quello sulla protezione dei dati». Il datore di lavoro, aggiunge, dovrebbe ricorrere a misure organizzative meno invasive.
Le eccezioni - In casi eccezionali, tuttavia, la pratica potrebbe essere giustificata: ad esempio, se l’azienda non fosse realmente in grado di identificare i proprietari dei veicoli e avesse già tentato metodi più blandi. In tali situazioni, i dipendenti possono comunque rivolgersi all’autorità competente per la protezione dei dati.
L'azienda: «Questione chiusa» - L’impresa coinvolta ha dichiarato che la pubblicazione delle targhe è stata una misura isolata e che la procedura è stata interrotta. «Poiché non era possibile identificare i proprietari dei veicoli, si è tentato di contattarli in questo modo», ha spiegato un portavoce.





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