Dopo le bambole sessuali Shein sotto la lente: «Bisogna farlo anche in Svizzera»

Il Forum svizzero dei consumatori plaude alle azioni intraprese dalle autorità francesi.
Il Forum svizzero dei consumatori plaude alle azioni intraprese dalle autorità francesi.
PARIGI / BERNA - Centinaia di persone in fila e manager visibilmente soddisfatti: l'apertura del primo negozio fisico del rivenditore online Shein si è svolta con successo, salvo poche manifestazioni di protesta. E un ammonimento da parte del governo di Parigi.
A causa dello scandalo sulle bambole sessuali con tratti infantili, al rivenditore cinese online è stata minacciata la sospensione dell'attività, fino a quando non sarà in grado di dimostrare che tutti i suoi prodotti rispettano la legge francese. Shein ha quindi interrotto a livello mondiale la vendita di bambole sessuali con fattezze di bambino. Inoltre, ha evitato il divieto in Francia eliminando intere categorie di prodotti entro 48 ore, come scrive il quotidiano Le Monde.
Secondo il ministero dell'Economia francese, Shein ha rimosso tutti i prodotti illegali. Tuttavia, il negozio rimarrà sotto stretta sorveglianza. Anche in Svizzera si levano richieste simili.
«Anche in Svizzera serve farlo» - Secondo Babette Sigg, presidente del Forum svizzero dei consumatori, l'approccio adottato dalla Francia è assolutamente corretto. «In questo modo si possono tutelare sia i consumatori sia le imprese», sottolinea. Il rivenditore online opera con mezzi non equiparabili, il che gli conferisce un vantaggio rispetto agli operatori locali.
Quello che il governo ha messo in atto «ci serve assolutamente anche in Svizzera», afferma Sigg. Tuttavia, se la Svizzera volesse imporre un divieto, sarebbe confrontata con delle difficoltà nella messa in pratica di tale provvedimento. Sarebbero necessari uno sforzo politico e una stretta collaborazione tra i dipartimenti coinvolti. Questo potrebbe risultare difficile a causa del grande impegno richiesto in termini di personale.







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