La proposta: una settimana di ferie in più per chi fa volontariato

Trenta associazioni propongono una settimana di ferie non retribuita per chi fa volontariato. Opportunità civica o costo per le aziende?
BERNA - Chi si impegna nel volontariato dovrebbe ricevere un riconoscimento concreto: una settimana di ferie in più, anche se non retribuita. È la proposta lanciata da una trentina di associazioni e organizzazioni civiche svizzere – tra cui la Società svizzera di utilità pubblica (SGG), Pro Juventute e la Croce Rossa Svizzera – per rafforzare la partecipazione civica e sostenere il sistema di milizia.
La proposta arriva in un momento in cui c'è un gran parlare del modello di cittadinanza attiva: il 30 novembre saremo chiamati a votare sull’iniziativa “Servizio civico", che mira a introdurre un servizio civico obbligatorio per tutti. Ma a differenza di quest’ultima, il “Freiwilligenurlaub” – letteralmente, “vacanza del volontario” – si baserebbe su adesione volontaria e su un principio di incentivo, non di obbligo.
Una settimana extra (ma non pagata) - L’idea prevede che tutti i lavoratori impegnati in attività di volontariato abbiano diritto a una settimana di ferie aggiuntiva non retribuita da dedicare al proprio impegno civico o sociale. Un riconoscimento simbolico ma importante per molte persone, si calcola infatti che oltre la metà della popolazione partecipa ad attività di volontariato, per una media di più di 100 ore all’anno.
Attualmente una forma di congedo simile esiste già: i giovani sotto i 30 anni possono usufruire di una settimana di “vacanza giovanile” per attività come la conduzione di campi scout o campi G+S. Parlamento e Consiglio degli Stati hanno già approvato l’estensione di questo diritto a due settimane annue.
«Senza volontari, il Paese si ferma» - Andreas Müller, responsabile del settore volontariato presso la SGG ed ex collaboratore dei consiglieri federali Schneider-Ammann, Couchepin e Burkhalter, spiega il senso della proposta: «Senza i volontari, gran parte della vita sociale, delle associazioni e delle cariche di milizia crollerebbe. Molti sottovalutano quanto i cittadini impegnati contribuiscano al funzionamento del Paese».
Müller sostiene che il congedo per volontariato sarebbe un modo semplice e pragmatico per il governo di riconoscere e valorizzare l’impegno civico. Anche le aziende, aggiunge, potrebbero trarne vantaggio: «Chi fa volontariato sviluppa competenze utili anche sul lavoro: senso di responsabilità, capacità di collaborazione e visione dei problemi collettivi».
Le riserve delle imprese - Non tutti però sono d'accordo. L'Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam) teme un impatto negativo per le piccole e medie imprese. «Abbiamo sostenuto la seconda settimana di vacanza giovanile per il suo valore educativo»” spiega Dieter Kläy, vicedirettore dell’Usam «ma estendere la misura a tutti i lavoratori significherebbe costi aggiuntivi, perché le assenze andrebbero comunque coperte»”
Müller replica che i timori sono esagerati: «Un congedo non retribuito non genera un’esplosione di costi. È piuttosto un investimento nel tessuto sociale del Paese. E l’esperienza mostra che la maggior parte delle persone non ne approfitta in modo eccessivo, ma apprezza il gesto come segno di riconoscimento».



