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«Se ci fermiamo, torniamo indietro»

SVIZZERA«Se ci fermiamo, torniamo indietro»

14.06.23 - 20:06
Sono decine di migliaia le donne che oggi hanno raggiunto lo sciopero femminista in nome di un modo senza discriminazione di genere
keystone-sda.ch (ALESSANDRO DELLA VALLE)
«Se ci fermiamo, torniamo indietro»
Sono decine di migliaia le donne che oggi hanno raggiunto lo sciopero femminista in nome di un modo senza discriminazione di genere

ZURIGO / BERNA - A braccia incrociate. Per un salario dignitoso. Per una qualità di vita paritaria. Per mettere un fine alla discriminazione di genere. Migliaia di donne sono scese in piazza, oggi, in tutta la Svizzera per rimarcare che c'è ancora molto lavoro da fare perché il 50% della popolazione si senta incluso e rispettato sotto ogni punto di vista, in primis sul lavoro.

Molte personalità di spicco hanno raggiunto lo sciopero femminista. La nazionale femminile ha contribuito con uno striscione realizzato dalle giocatrici che evoca il potere delle donne: "Women Power". Le atlete hanno deciso di non partecipare ai cortei in quanto si stanno preparando per la Coppa del Mondo. A 20Minuten Meriame Terchoun ha spiegato che «avremmo voluto essere in strada con le donne, ma l'allenamento per la coppa è altrettanto importante per noi e in questo modo diamo l'esempio».

Lato politica, poco dopo le 19 la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider si è unita alla dimostrazione pacifica in corso a Berna insieme all'ex consigliera federale Simonetta Sommaruga. Molte donne di destra, in particolare rappresentanti del Plr e del Centro, hanno preferito non partecipare alla dimostrazione di massa in quanto ritengono che l'evento sia troppo di parte.

Al corteo di Losanna ha partecipato anche Christiane Brunner, icona e promotrice del primo sciopero delle donne nel 1991. Ai microfoni dell'ats ha dichiarato: «Ho dato il via allo sciopero del 1991. All'epoca era per tutte le donne. Anche per quelle che non avevano una coscienza femminista. È positivo che il movimento continui. Se ci fermiamo, torniamo indietro».

A livello di dati, è noto che alle manifestazioni hanno e stanno partecipando decine di migliaia di donne (300mila secondo l'Unione sindacale svizzera), 6mila, stando all'Unia, solo a Bellinzona. A Losanna, secondo le organizzatrici, sono in 40mila. In 10mila a Berna e decine di migliaia a Zurigo - non c'è ancora un dato concreto. In alcuni casi si è arrivati allo scontro, anche violento, con la polizia.

In relazione alla manifestazione in corso a Bellinzona, il sindacato Unia scrive in una nota: «La disparità salariale è ancora realtà, il lavoro delle donne, spesso invisibile, non è adeguatamente riconosciuto, la povertà tra le pensionate è in aumento e resta ancora moltissimo da fare contro la violenza di genere e l’omotransfobia. Sono alcune delle ragioni portate in piazza da circa 6000 persone presenti questa sera a Bellinzona alla manifestazione conclusiva dell’odierna giornata di sciopero delle donne, il terzo della storia svizzera dopo quelli del 1991 e del 2019».

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