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SVIZZERAUna lotta sempre più radicalizzata

29.05.23 - 22:05
Le autorità avvertono: la disobbedienza civile degli attivisti per il clima potrebbero sfociare in violenza.
Greenpeace
L'azione di protesta presso l'aeroporto Cointrin di Ginevra.
L'azione di protesta presso l'aeroporto Cointrin di Ginevra.
Una lotta sempre più radicalizzata
Le autorità avvertono: la disobbedienza civile degli attivisti per il clima potrebbero sfociare in violenza.

GINEVRA - Vernice sulle opere d’arte, liquido nero nelle fontane, blocchi stradali e invasioni sulle piste degli aeroporti. Il modus operandi dei gruppi di attivisti ambientali suscita in parte simpatie ma anche tante critiche e condanne. Il comune denominatore di tutte le proteste è sempre stato però il rifiuto dell'uso della violenza. Attivismo per il clima e violenza non si sono infatti ancora incrociati. “Ultima Generazione”, sul proprio sito web, si definisce per esempio un gruppo di disobbedienza civile non violento che si batte contro il «collasso ecoclimatico».

Eppure qualcosa sembra cambiare. In Germania la magistratura sta indagando proprio sulle manifestazioni di protesta di “Ultima generazione”, un gruppo che per alcuni è pari a un'organizzazione criminale. 

Anche in Svizzera gli attivisti per il clima attirano regolarmente l'attenzione mediatica con azioni di protesta. Martedì scorso più di 100 attivisti, tra i quali alcuni membri di "Extinction Rebellion", hanno occupato la pista dell'aeroporto di Ginevra paralizzando il traffico aereo. Il motivo dell'azione? Manifestare contro l'inquinamento dei jet privati. La procura ginevrina ha condannato con decreto d'accusa 103 attivisti. Gli attivisti hanno ricevuto multe condizionali per violazione di domicilio, danni alla proprietà e coercizione: una persona è stata condannata per violenza e minacce contro autorità e funzionari.

La lotta per sensibilizzare i governi e la popolazione a una presa di coscienza maggiore del problema climatico, secondo gli esperti, sta assumendo caratteri sempre più radicali ed estremi. E in Svizzera? La "SonntagsZeitung" ne ha discusso con il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) che si occupa di monitorare i gruppi considerati estremisti violenti.

«Affinché il SIC possa agire preventivamente, non è sufficiente un background ideologico o politico», afferma la portavoce del SIC Sonja Margelist. Finora, gli attivisti del movimento per il clima non hanno quasi mai usato la violenza, motivo per cui non sono ancora al centro di un’indagine da parte del SIC. «Ma è probabile che parte di questa scena diventerà più radicale nei prossimi anni», afferma Margelist. Questo nel caso in cui la politica rimanesse sorda alle richieste e alle rivendicazioni di questi movimenti.

Il pericolo di una deriva violenta, secondo il SIC, è reale. Come è successo in passato in precedenti movimenti di protesta, gruppi estremisti di destra o di sinistra potrebbero infiltrarsi nei gruppi per il clima e quindi utilizzati in modo improprio «come piattaforma per l'uso della violenza», ha concluso la portavoce. 

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