Troppi falsi positivi? «No, i test sono affidabili»

Un esperto del CHUV smentisce l'inefficacia dei tamponi: «Il 3%? Da noi meno di un caso su diecimila».
E anche negli altri laboratori la situazione non dovrebbe discostarsi di molto: «Possiamo immaginare che ci siano errori, ma sono estremamente rari».
LOSANNA - A volte criticati per una sensibilità giudicata eccessiva e accusati di produrre un numero troppo elevato di casi falsi positivi, i test anti-Covid cosiddetti PCR (Polymerase Chain Reaction) sono invece «molto affidabili»: lo afferma un esperto intervistato da Le Matin Dimanche.
«Il rischio di falsi positivi è stato ridotto a meno di un caso su 10'000 presso il CHUV», il centro ospedaliero universitario di Losanna, spiega il professor Gilbert Greub, esperto di microbiologia e attivo presso lo stesso nosocomio. In altri laboratori svizzeri, meno attrezzati, «possiamo immaginare che ci siano errori, ma sono estremamente rari», aggiunge.
Il problema del 3% di falsi positivi sollevato dal professore francese Christian Perronne, che protesta contro la moltiplicazione di questi test, è in linea con la letteratura scientifica, ma questa nel frattempo è datata, secondo Greub. «La tecnologia PCR evolve da diversi anni e sta producendo test molto più sicuri», sostiene l'esperto.




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