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NEUCHÂTELYvan Perrin davanti ai giudici per discriminazione razziale

15.07.20 - 15:24
Nel 2019 aveva scritto "L'infezione si sta diffondendo" sotto un post di Facebook sui Fratelli musulmani.
Keystone
Fonte ats
Yvan Perrin davanti ai giudici per discriminazione razziale
Nel 2019 aveva scritto "L'infezione si sta diffondendo" sotto un post di Facebook sui Fratelli musulmani.
Il procuratore attacca: «Ha incoraggiato e partecipato ad azioni di propaganda». L'imputato si difende: «Le mie accuse riguardavano quel movimento in particolare, non tutti i musulmani».

NEUCHÂTEL - L'ex consigliere di Stato neocastellano ed ex consigliere nazionale Yvan Perrin (UDC) è comparso oggi davanti al Tribunale di polizia di Neuchâtel per rispondere di discriminazione razziale. Il pubblico ministero lo accusa di aver propagato un'ideologia volta a denigrare i musulmani.

Il procuratore ha chiesto una pena di 90 aliquote giornaliere di 30 franchi, ossia 2'700 franchi, sospesi per due anni. I fatti risalgono all'aprile 2019. Sulla sua bacheca Facebook, Yvan Perrin aveva commentato un articolo pubblicato sul quotidiano 24 heures riguardante il Qatar e i Fratelli musulmani.

Secondo l'atto d'accusa «dato l'argomento e la cerchia di persone a cui era diretto, c'era da aspettarsi eccessi linguistici». L'imputato - difeso dal consigliere nazionale Jean-Luc Addor (UDC/VS) - ha lasciato sotto il suo profilo «commenti di terzi che invocano l'odio e la violenza contro le persone a causa della loro appartenenza religiosa» in modo che potessero essere letti da un vasto pubblico. Il procuratore generale, Pierre Aubert, ritiene inoltre che Perrin incoraggi e partecipi ad «azioni di propaganda, discriminando pubblicamente in un modo che mina la dignità umana di un gruppo di persone a causa della loro religione».

Perrin si è difeso affermando che le sue critiche non riguardavano i musulmani in generale, ma un movimento in particolare, i Fratelli musulmani, generalmente considerato terrorista. Ai microfoni dell'emittente locale RTN, nel giugno 2019, l'ex consigliere di Stato aveva ricordato che il movimento è classificato come organizzazione terrorista anche in Arabia Saudita e in Egitto.

Anche se così fosse, per il procuratore generale resta il fatto che «l'impressione generale lasciata dal suo commento, "L'infezione si sta diffondendo", così come dai commenti degli altri, è che siano i musulmani in generale a essere attaccati in modo stupido, rozzo e sgradevole».

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