Il game-fenomeno del momento è così divertente che c'è chi non riesce più a smettere e già si parla di dipendenza. Ma è davvero così?
ZURIGO - Si gioca su smartphone, tablet, console e Pc: “Fortnite” è il fenomeno videogiocoso del momento. Cento avatar, un'isola zeppa di armi e solo un vincitore: quello che farà fuori tutti gli altri.
Reso popolare da youtuber e streamer che sono diventati dei veri e propri trend-setter il titolo di Epic Games è estremamente popolare fra giovani e giovanissimi. Pure troppo, sostiene qualcuno: già perché funziona così bene che c'è chi non pensa più a nient'altro tanto che – negli States così come in Svizzera – già si parla di dipendenza da “Fortnite”.
La mamma preoccupata: «Mio figlio non fa più la doccia per giocare, nemmeno i compiti e risponde male quando gli dico di smettere... Da quando ha iniziato con quel gioco non è più lo stesso», ha raccontato a 20 Minuten un'anonima (e preoccupata) mamma zurighese, «l'unico modo che ho per staccarlo dalla console è con le cattive».
Il piccolo videogiocatore: Secondo il piccolo gamer (9 anni) però non è proprio così brutta come la madre la dipinge: «È vero che gioco abbastanza spesso, faccio tipo 20 match al giorno, ma quando mi arrabbio con mia mamma o non voglio smettere è perché sono a tanto così da una vittoria epica... Sinceramente non penso però di essere dipendente da “Fortnite”, certo mi piace un sacco: è troppo divertente! E poi ho 103 amici, c'è sempre qualcuno che conosco con cui posso giocare».
Il gamer: «Ecco perché piace così tanto» - «Perché sono tutti pazzi per “Fortnite”? Semplice: è gratis, colorato, giocoso e può essere giocato pure sul cellulare. Si parte fra gli amici, Youtube e gli stream su Twitch fanno il resto...», spiega Gregor Mayer del sito di esport swissSMP.ch. Ma si può davvero parlare di dipendenza? «Si può diventare dipendenti da tutto ciò che ti fa stare bene per brevi periodi e ti fa staccare dalla realtà, anche da un game quindi. Per questo conta tanto l'alfabetizzazione digitale dei giovani, ed è qui che i genitori devono dire la loro».
L'esperto: «È l'eroina dei videogiochi» - Non ha buone parole per “Fortnite” Franz Eidenbenz del Centro dipendenze dal gioco di Zurigo: «Attualmente è il videogame più pericoloso, è come l'eroina». A causa dello sparatutto sempre più ragazzi e ragazze finiscono da lui: «Non riescono a smettere, trascurano la scuola e le amicizie. Il mio paziente più giovane ha 12 anni». Da questa estate la videodipendenza si cura anche presso la clinica privata Meiringen a Basilea: «Spesso all'origine di questa patologia c'è una depressione soggiacente», conferma lo psichiatra della struttura Jochen Mutschler.