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INDIMENTICABILI

«Un tornado che ha travolto il circus, c'è stato un prima e un dopo»

Campionessa, imprenditrice, simbolo su più livelli: "The Queen" ha vinto 23 Slam e per tanti è la migliore di sempre
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US Open 1999: una giovanissima Serena Williams festeggia il suo primo Slam.
«Un tornado che ha travolto il circus, c'è stato un prima e un dopo»
Campionessa, imprenditrice, simbolo su più livelli: "The Queen" ha vinto 23 Slam e per tanti è la migliore di sempre
Quella di Serena Williams è una storia di fame e riscatto. L’epopea di una famiglia guidata dalla tenacia di un padre che ha forgiato due prodigi (impossibile dimenticare Venus) partendo da un sobborgo violento di Los Angeles: «Hanno trasformato il tennis».
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LOS ANGELES - Sabato, a Melbourne Park, dopo la finale degli Australian Open verrà incoronata una nuova regina. Termine a volte anche abusato nel recente passato, considerando l’incertezza e il vuoto di potere che ha segnato tante delle ultime annate del tennis femminile, con trionfi estemporanei e inaspettati anche nei tornei più prestigiosi (uno su tutti quello di Emma Raducanu nel 2021 a Wimbledon, partendo dalle qualificazioni). Forse questa volta non sarà il caso, ma il paragone con gli ultimi decenni per ora non regge. Un lungo periodo con una stella che macinava Slam, rimasta in vetta al ranking per un totale di 319 settimane. Una campionessa divisiva e a volte sopra le righe, questo sì, ma anche amata. Criticata e pure adulata, corteggiata e ricoperta d’oro dagli sponsor. Stiamo parlando dell’Indimenticabile Serena Williams, ritiratasi nel 2022 all’età di 41 anni.

Il manifesto
«Se non hai un piano, pianifichi il tuo fallimento». È una delle frasi più celebri del padre Richard Williams, che con la sua lucida follia ha cresciuto le sorelle più vincenti della storia del tennis (30 Slam in due, più svariati ori Olimpici in singolare e in doppio). Lo sport come riscatto sociale e veicolo per scappare dalla realtà di Compton, sobborgo violento di Los Angeles dove hanno mosso i primi passi sui campi pubblici in cemento, allenate dal padre e dalla madre Oracene Price. Richard è stato un visionario, un personaggio controverso e totalmente fuori dagli schemi col suo manifesto “profetico” di 78 pagine per creare delle star, scritto ancora prima che le figlie nascessero. Quasi incredibile da credere, ma è proprio così. Madre natura ha fatto il resto, dando loro una qualità e una potenza fuori dal mondo. Venus, classe 1980, ha fatto da splendida apripista col suo talento. Tenuta nell’ombra, se così si può dire, cresceva e si formava Serena, di un anno più giovane e legatissima alla sorella, che ha sempre definito “la sua migliore amica”.

ImagoRichard Williams, l’uomo che con la sua lucida follia ha plasmato Venus e Serena, le sorelle più vincenti della storia del tennis.

“Welcome to the Williams show”
Era il cartellone che non esitava a esporre il padre Richard sulle tribune degli stadi più importanti al mondo, quando le figlie dominavano in lungo e in largo. Fisicità e forza mentale. The Queen, ancora più di Venus, è stata un’icona che ha trasformato il tennis. Con bordate che superavano i 200 km/h - velocità mai viste prima con tale frequenza - ha fatto capire che il servizio poteva essere un’arma letale anche in campo femminile. Attaccava la pallina e divorava letteralmente il campo, facendolo sembrare piccolo piccolo. Molto più grande invece per le rivali, come per la nostra Martina Hingis, reginetta del tennis e altro talento precoce. Nella memoria è rimasta la finale degli US Open del 1999. Tocco ed eleganza per la rossocrociata, potenza e atletismo per la statunitense. 35 anni in due in quel match datato 11 settembre ‘99. La Hingis, che aveva già vinto 5 Slam, si arrese al cospetto di quell’uragano.

ImagoUS Open 1999: una giovanissima Serena Williams festeggia il suo primo Slam.

Serena conquistò il suo primo Major, ancora prima della sorella, che dovette “attendere” fino a Wimbledon 2000.

Campionessa e icona
Serena ha scritto la storia e il suo palmarès è clamoroso. 73 titoli individuali, tra cui 23 Slam e oltre 92 milioni di dollari incassati di soli montepremi. Esemplare anche per longevità: basti pensare che ben 10 Slam li ha conquistati dopo aver compiuto trent'anni. Per due volte ha vinto tutti e quattro i Major uno dopo l'altro, anche se non nello stesso anno solare (nel 2002-03 e nel 2014-15; impresa ribattezzata in suo onore “Serena Slam”). 

ImagoIn carriera ha vinto 23 Major, di cui 6 US Open: 1999, 2002, 2008, 2012, 2013, 2014.

Ma è stata anche molto di più. È stata la cassa di risonanza e il volto della battaglia contro le discriminazioni e per la libertà delle donne. Come si dice in questi casi ha giocato per sé e per le altre, ispirando una nuova generazione di atlete e appassionati. Un idolo e un modello anche e soprattutto per giocatrici afro-americane - sua sorella Venus a questo proposito è stata la prima numero 1 Wta nell'era Open - come Sloane Stephens, Madison Keys e Coco Gauff.

Il razzismo, fin dai primi passi in un mondo spesso d’élite, ha sempre fatto parte della storia della famiglia Williams. Il padre non l’ha mai nascosto, anzi. L’episodio che ha cambiato la vita di Serena - per sua stessa ammissione - è stata la finale di Indian Wells contro Kim Clijsters nel 2001, quando venne subissata di fischi e ululati spingendola poi a boicottare il torneo per 14 anni. Atti beceri di chi non amava questa ragazza dominante e dal fisico esplosivo - anche per questo, insieme ai suoi outfit, è stata sovente ingenerosamente criticata - ma che ha zittito tutti. «È più facile battere il record di Slam che rompere i cicli di povertà, discriminazione e sessismo», disse Serena nel 2018.

Campo ed Extra
L’esemplare cavalcata di Serena e Venus è stata segnata anche dal dolore per la morte della sorella Yetunde Price (una delle loro tre amate sorellastre) in una sparatoria nel 2003. Un duro colpo per entrambe, che meditarono l’addio al tennis.

Nel 2006 l'uomo, appartenente alla Southside Crips gang, era poi stato condannato in via definitiva a 15 anni di prigione. Dopo 12 uscì per buona condotta e la notizia venne comunicata a Serena subito prima del match contro la britannica Johanna Konta, perso 6-1, 6-0. «Non riuscivo a togliermelo dalla mente. È stata dura perché pensavo ai suoi tre figli», commentò la campionessa dopo la sconfitta (non a caso) probabilmente più pesante in carriera.  

Negli ultimi anni The Queen, icona di stile e da sempre testimone di Geova, è diventata vegana seguendo l’esempio di Venus. Una decisione presa dopo la nascita della sua prima figlia - Olympia - avuta nel 2017 col marito Alexis Ohanian. La coppia ha anche un’altra bambina, Adira River, nata nel 2023. Nel mezzo il primo ritiro, nel 2017 per la gravidanza, dal quale tornò con un sensazionale comeback. Sfiorò altri quattro titoli Slam, perdendo però altrettante finali e mancando così l’aggancio a Margaret Court (24). Nel gennaio 2020, ad Auckland, ha conquistato il 73esimo e ultimo titolo in singolare. È invece datato 2022 il suo ultimo incontro, a New York, prima del definitivo ritiro. Un addio al professionismo, lasciando però al tennis un’eredità enorme.

«C’è un prima e un dopo Serena Williams, campionessa entrata nel circus a fine anni ‘90 come un tornado - interviene il ticinese Luca Margaroli, già nei quadri della selezione rossocrociata di Coppa Davis - Insieme alla sorella, per fisicità e aggressività, si è manifestata come il volto di un tennis che ancora non esisteva. Non sono un grande amante di quel tipo di gioco, con servizi comodamente sopra i 190 km/h e le avversarie sovente impotenti, ma giù il cappello. Il loro è stato un regno, con Serena che ha chiuso avanti 18-12 negli scontri diretti. Come tutti sono rimasto molto colpito dal ruolo del padre, anche fin troppo oppressivo e arrivato inevitabilmente a compromettere in parte i rapporti. Un modello vincente? Io, se un giorno dovessi avere una figlia, non me la sentirei. Ho due sorelle che hanno sempre giocato a tennis e, anche mio padre, non ha mai pensato lontanamente a qualcosa del genere. È però innegabile che ha plasmato due campionesse e ha tolto la sua famiglia dal ghetto. Ha vinto anche a livello “politico”, di classe. Va considerata anche questa realtà. Senza di lui il mondo non avrebbe mai avuto queste due icone. Le possibile eredi? Si potrebbe dire Coco Gauff, ma è molto più agile e non ha la potenza prepotente di Serena. Da quel lato, al servizio, le si può avvicinare l’attuale numero 1 Aryna Sabalenka».

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COMMENTI
 

Yoebar 3 sett fa su tio
Chapeau 💪🏻
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