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SENZA TRUCCO SENZA ING…ARNO«Messi non è un trascinatore. La personalità non la compri al supermercato»

29.11.22 - 08:00
«Senza droga sarei stato un giocatore fenomenale», pennellate d'artista
Imago
«Messi non è un trascinatore. La personalità non la compri al supermercato»
«Senza droga sarei stato un giocatore fenomenale», pennellate d'artista
Arno Rossini: «Messi vale Maradona? Ma non scherziamo»
Calcio - Mondiali30.11.2022

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DOHA - Battuto il Messico, riscattando il flop dell’esordio contro l’Arabia Saudita e in attesa della decisiva partita contro la Polonia, i giocatori dell’Argentina hanno… festeggiato. 

Si sono sfogati negli spogliatoi liberandosi in un canto nel quale hanno raccontato la loro storia, hanno citato le finali perse, hanno rivendicato le Malvinas (ancora, nonostante per l’Inghilterra e per il resto del mondo le Falkland siano un capitolo chiuso), hanno celebrato il riscatto della Coppa America e, tutti, si sono detti fortunati di essere nati nello stesso Paese di Diego e Lionel. Maradona e Messi, ovviamente. 

Almeno per i protagonisti dell’Albiceleste, dunque, i due numeri dieci si possono mettere sullo stesso livello…

«Ma non scherziamo - è intervenuto Arno Rossini - ho avuto la fortuna di vivere entrambi, di seguirli con passione e attenzione, e se, è vero, hanno molto in comune, considerarli forti "uguale" proprio non si può». 

In un'intervista Maradona confidò: «Se non mi fossi drogato sarei stato un giocatore fenomenale».
«Diego era un artista, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Leo è invece un professionista assoluto».

In che “fondamentale” Maradona era meglio di Messi.
«A livello tecnico i due sono molto simili: rasentano la perfezione. La grossa differenza sta nella personalità. Enorme, gigantesca, infinita era quella di Diego, un condottiero che faceva star bene tutti. Leo invece è molto tranquillo e ha il suo clan. E lì sei dentro o sei fuori. Messi, semplicemente, non è un trascinatore. La personalità, semplicemente, non la compri al supermercato».

La canzone negli spogliatoi, allora, un omaggio?
«Io credo ci sia qualcosa di più. Credo che i membri dello staff dell’Albiceleste, Walter Samuel e tutti gli altri, che hanno conosciuto in prima persona e amato Maradona, si siano inventati questa cosa per cercare di responsabilizzare Leo».

Qualcosa tipo: “Sei un fenomeno, stai tranquillo e facci vincere”?
«Qualcosa tipo, “Sappiamo che sei forte e puoi farci trionfare, siamo dalla tua parte. Stai sereno e fai quello che sai”. Una mossa tattica insomma, per arrivare fino in fondo è giusto provarle tutte. Maradona però, di questi escamotage non aveva bisogno».

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