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PRIOR LAKE«Dissi di no alla NHL per restare ad Ambrì. Oggi sto meglio, ma quanta paura...»

07.05.20 - 23:00
Chiacchierata a tutta... pista con l'idolo della Valascia Erik Westrum: «Mi emoziono quando penso al Ticino»
Erik Westrum
«Dissi di no alla NHL per restare ad Ambrì. Oggi sto meglio, ma quanta paura...»
Chiacchierata a tutta... pista con l'idolo della Valascia Erik Westrum: «Mi emoziono quando penso al Ticino»
Il 40enne ha pure dedicato una breve lettera al popolo leventinese
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PRIOR LAKE - "Il mio sangue sarà sempre un po' biancoblù". L'amore tra Erik Westrum e l'Ambrì non lo scopriamo certo oggi: quelli trascorsi in Ticino sono stati anni che l'hanno segnato. Nel bene e nel male. Per cinque stagioni ha fatto ammattire le difese avversarie, ma nel nostro paese l'ex numero 7 ha pure vissuto momenti drammatici. Come scordare le spaventose commozioni cerebrali subìte, quelle che avevano pure messo a repentaglio la vita di tutti i giorni di Erik? Oggi il diretto interessato sta meglio, ma non nasconde di aver trascorso dei momenti molto difficili, avvolti nell'incertezza. 

Coronavirus, salute, Ambrì, Monte Carasso e una bimba in arrivo. Ecco solo alcuni dei temi toccati nella chiacchierata con Erik Westrum... «In generale va tutto bene. Ma non è un momento felice per tutti noi, considerando la pandemia mondiale con cui siamo confrontati. Mi sto godendo tanto tempo con mia moglie e i miei figli (Luke, 11 anni, Ethan 8 e Bella 6). Siamo in attesa di una bimba che arriverà in agosto: abbiamo deciso di darle un nome italiano».

Come vanno le cose nella tua Prior Lake?
«Stiamo a casa e usciamo solo per fare la spesa e per gli appuntamenti medici. Il nostro bambino sta frequentando la scuola online: per questo io e mia moglie - in questo periodo - siamo diventati insegnanti part-time. Personalmente lavoro da casa e utilizzo Zoom per tutte le riunioni e le comunicazioni».

Com’è la situazione legata al Covid-19 nel Minnesota?
«È un momento molto spaventoso, abbiamo l’ordine di dover restare in casa. Non usciamo, se non per i motivi elencati prima, dal 14 marzo. Ringraziamo il cielo di essere sani e preghiamo per tutti coloro che sono stati colpiti dal virus».

Restiamo sulla salute: ad Ambrì avevi subito diverse commozioni cerebrali, che erano andate persino a influire sulla vita di tutti i giorni... Ora come va?
«Fortunatamente le cose sono cambiate. Mi alleno ogni giorno, ma solo fino a una certa frequenza cardiaca e per un lasso di tempo limitato. Gioco sempre coi miei bimbi ed è una gioia vederli crescere e divertirsi». 

Cosa provi quando pensi a quelle situazioni?
«È stato un periodo terribile e oscuro della mia vita. Ho trascorso giorni completamente bui, vivere nell'incertezza di non sapere come sarà il tuo futuro è una sensazione bruttissima. Alla fine ho accettato la realtà, ovvero che non sarei mai più stato lo stesso e che non avrei più giocato a hockey a un certo livello. Grazie a Dio le cose sono migliorate e oggi mi reputo fortunato a vivere un'esistenza praticamente normale».

Di cosa ti occupi nella vita?
«Sono il direttore commerciale e operativo della Breakaway Academy, una scuola privata che ha come obiettivo la formazione di giocatori di hockey e atleti in generale. È bello aiutare a far crescere la scuola e ispirare giovani a raggiungere i loro obiettivi. Con noi hanno lavorato cinque giocatori scelti nel Draft NHL dello scorso anno e Jimmy Snuggerud, che ha fatto parte del Team USA visto l'anno passato ai Giochi Olimpici giovanili di Losanna. È gratificante aiutare i ragazzi, sia con la scuola che con l'hockey. Ho ottenuto il mio Master in Business and Operations per migliorare la gestione della mia precedente attività e per aprirmi le porte dell'hockey, che si tratti di giovani, di università o di professionisti. Al giorno d'oggi, in questo mondo che sta cambiando, saper gestire aziende e squadre è una capacità molto ricercata».

Parliamo del tuo periodo ad Ambrì… Cosa ti passa per la testa quando pensi a quegli anni?
«Prima di tutto i tifosi: sono incredibili. È stato bellissimo conoscere la vostra cultura e diventare parte del Ticino e, soprattutto, dell’Ambrì. Ho amato e amo Ambrì. La partita che conservo nel cuore è naturalmente il famoso 6-0 colto a Lugano, sfida nella quale segnai quattro reti. Che sensazioni, ancora oggi mi viene la pelle d’oca. In generale ho stretto davvero tante amicizie in quel periodo, che conservo nel cuore».

L'amore per questo club ti aveva pure portato a dire "no" alla NHL...
«Proprio così. Dopo la prima stagione ad Ambrì sul tavolo mi si era presentata la possibilità di tornare in NHL e di giocare per i Washington Capitals. Ero molto tentato, ma alla fine avevo deciso di ascoltare il cuore che mi diceva di rimanere ad Ambrì. Non mi pento affatto della scelta di allora e sono davvero felice di essere rimasto per altri quattro anni: i momenti ticinesi sono tutti dentro il mio cuore. Oggi reputo che tutto ciò che ho "raccolto" in quegli anni valga molto di più di qualche partita in NHL che avrei potuto aggiungere al mio curriculum».
 
Dagli Stati Uniti segui le partite dell’Ambrì?
«Certo, controllo sempre i risultati ogni settimana. Sento spesso Paolo Duca e mi congratulo per il grande lavoro che stanno facendo sia lui che Luca Cereda. Sono fiero di essere parte integrante della storia dell'Ambrì».

Il richiamo elvetico è sempre molto presente in te...
«Mi manca la Svizzera e il mio desiderio è sempre quello di tornare a Monte Carasso, portando con me famiglia e amici. Proprio la scorsa settimana mio figlio Luke stava parlando di alcuni momenti vissuti lì e mi ha detto: "Mi ricordo quando nonno e nonna Eros e Nives Morisoli sono stati con noi per il mio compleanno". Eros e Nives Morisoli erano come la mia mamma e il mio papà in Svizzera. Mi emoziono quando penso a tutto quello che mi sono lasciato alle spalle in Ticino».
 
Nel 2017 ecco l'Erik Westrum versione tifoso in un derby alla Cornèr Arena...
«Che sensazioni! Le emozioni, l'energia e la passione che mettono i tifosi sono incredibili. Viverle in prima persona è stato bellissimo. C’era anche mio figlio Luke e devo dire che si è emozionato tantissimo. È stato speciale condividere quella vittoria con tutti i fans biancoblù. Sono i migliori tifosi del mondo…».
 
Quando tornerai in Ticino?
«Proprio negli scorsi giorni ho detto a mia moglie che dovremmo pianificare il nostro prossimo viaggio elvetico, ovviamente quando l’allarme coronavirus sarà rientrato. Con la bimba in arrivo ad agosto, questo non sarà però possibile prima dell'autunno del 2021. Ma state tranquilli, ci rivedremo presto!».

Ecco infine una lettera che Erik ha voluto scrivere ai tifosi dell'Ambrì:

Grazie per tutto il vostro supporto. Attraverso il successo, le vittorie, il divertimento, nonché gli infortuni, le sconfitte, l'incertezza e la tristezza voi tifosi mi avete sempre supportato. L'amore per il popolo biancoblù vivrà sempre nel mio cuore. Sanguinerò sempre blù e bianco. Siete i migliori fan del mondo e spero di rivedervi molto presto. Mi mancate tutti. Adoro il Ticino. Vi amo tutti!

FORZA AMBRI-PIOTTA # 7

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COMMENTI
 

fapio 3 anni fa su tio
La pelle d'oca è venuta a me a leggere le tue parole! E che ricordi quello 0-6 (c'ero anche io!). Grande Erik, uno di noi, forever!

Blobloblo 3 anni fa su tio
Grande Campione!! Grazie di tutto!!
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