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LUGANO

«A stare con il Crus ti diverti proprio»

Armando Ceroni e la biografia sui generis di Mattia Croci-Torti
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«A stare con il Crus ti diverti proprio»
Armando Ceroni e la biografia sui generis di Mattia Croci-Torti
«Ul Crus? In un nanosecondo ho accettato».
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LUGANO - Ci sono tanti personaggi, anzi tanti uomini, si può leggere di mille avventure e ci sono infinite curiosità; i grandi protagonisti dell’ultima fatica di Armando Ceroni sono però solo due, e per 150 pagine abbondanti sono tra l’altro sempre uno accanto all’altro, uno ai piedi dell’altro, per essere più precisi. Sono il pallone e… ul Crus. Al secolo Mattia Croci-Torti da Vacallo. 

Coinvolgente, divertente, a tratti anche commovente, attraverso grandi e piccoli aneddoti, Ul Crus (Variante Edizioni) racconta l’allenatore del Lugano. Da dove è partito, dove vuole arrivare ma, soprattutto, chi è davvero, con i suoi punti di forza e le sue sensibilità.

«Scrivere questo libro è stato molto divertente - ci ha raccontato proprio Armando - ed è anche il motivo per il quale ho deciso di farlo. Prima di tutto per l'energia inesauribile che ha il Crus, perché a stare con lui ti diverti proprio. E poi perché… vi racconto questo aneddoto: il mio primo libro, l’anno scorso, è nato su proposta dell’editore. E sinceramente mi ero ripromesso di finirla lì. “Qualsiasi cosa mi chieda, gli rispondo no”, mi sono detto. Poi, in realtà, ci siamo trovati dopo qualche settimana, mi ha fatto vedere una sorta di precopertina e in un nanosecondo ho accettato. Ma proprio perché era il Crus. Così è nata una sorta di biografia sui generis, nella quale c’è tanto di mio». 

Nicolò Casolini, che ha anche firmato la prefazione, Carlo Ancelotti, Marco Degennaro, Roberto Morinini, Carlo “Cao” Ortelli, Angelo Renzetti ma anche Vlado Petkovic René Morf, Pier Tami e Nicholas Townsend. E potremmo continuare ancora. Il libro è zeppo di personaggi che raccontano o sono raccontati o ancora hanno rappresentato qualcosa per Mattia.
«Ma quello che mi ha sorpreso più di tutti è stato ul sciúr maestru. Ovvero Gianni Delorenzi, il maestro di Croci-Torti e Casolini dalla prima alla quinta elementare. Ci siamo sentiti a lungo, sempre per telefono. Poi, qualche sera fa l’ho incontrato in Valle Maggia. È venuto apposta per la presentazione del libro, mi ha fatto molto piacere: sono queste le piccole cose che fanno la differenza».

Cosa hai imparato da questo nuovo viaggio letterario?
«Ho usato il computer, fatto per me inusuale, visto che tutto quello che ho scritto negli anni, per lavoro, l’ho fatto a penna, in stampatello, con la mia calligrafia un po’ così. Imparato? Che potrei farne un altro».

Sembra una minaccia.
«Allora diciamo che mi piacerebbe farne un altro. Certo ci deve essere il personaggio, sportivo ovviamente, perché questo è il mio campo. Io non sono un romanziere classico, non ho gli argomenti per scrivere una storia. Ho bisogno di qualcuno da raccontare».

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