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"Loving Highsmith" è un gran peccato

LUGANO"Loving Highsmith" è un gran peccato

13.10.22 - 06:30
Il documentario che ritrae vita e amori della celebre scrittrice non le rende giustizia
Courtesy-Swiss-Social-Archives
"Loving Highsmith" è un gran peccato
Il documentario che ritrae vita e amori della celebre scrittrice non le rende giustizia

SAVOSA - È una biografia che vuole essere romantica e affascinante, e che si è inserita decisamente fuori dal tempo. “Loving Highsmith - Vita e amori di Patricia Highsmith” debutta questo giovedì nelle sale ticinesi, ma per andare a vederlo non basteranno due popcorn. Servirà invece una certa preparazione e un po' di caffè.

“Loving Highsmith” è un documentario che rivela la vita segreta di una scrittrice americana amata e sensibile, trascritta da lei stessa nei diari lasciati nell'armadio della biancheria della sua ultima abitazione - il cosiddetto "Bunker" - che si era costruita in Ticino e che la regista svizzero tedesca Eva Vitija ha voluto onorare.

Chi è Patricia Highsmith - Nata il 19 gennaio del 1921 in Texas, Patricia Highsmith è stata una scrittrice in grado di turbare gli animi e di mettere a nudo la debolezza della psicologia umana. È stata anche una sovversiva, prima autrice al mondo a scrivere una storia a lieto fine di due donne che si amano.

I libri più noti della scrittrice sono tre e sono tutti stati adatti cinematograficamente. Il primo, "L'altro uomo" (1950) è diventato un film grazie ad Halfred Hitchcock; il secondo è "Il talento di mister Ripley" (1955), un thriller psicologico interpretato da Matt Damon nel 1999.

Il terzo, e forse il più noto, è “The Price of salt” - o “Carol” - che Highsmith ha pubblicato nel 1952 sotto pseudonimo. Parla, appunto, di quell'amore proibito che lei stessa, nella vita reale, era costretta a nascondere. Nel 2015 Cate Blanchett ne ha fatto un capolavoro cinematografico.

Il documentario - La regista Eva Vitija si è basata essenzialmente sul lato nascosto della vita di Patricia Highsmith: il suo amore per le donne.

Nel documentario, oltre a innumerevoli immagini di archivio, appaiono i membri della famiglia della scrittrice che scavano nella scatola dei ricordi alla ricerca di foto e pensieri e l'amica di una vita - poi amante - Marijane Meaker, anch'essa scrittrice. Ci sono anche le testimonianze di due fidanzate, ma è assente la più importante, di cui non si conosce né nome né volto.

L'impressione generale è che nonostante la ricchezza di dettagli, qualcosa manchi. Il risultato è un documentario storico che non rende giustizia a Patricia Highsmith: eccessivamente melenso quando l'autrice è stata invece un personaggio di grande carisma, che ha ispirato e dato forza a tutte quelle persone che, come lei, erano costrette a tacere la verità sui loro sentimenti.

Se da un lato è vero che la personalità di Highsmith non si presta ai documentari di oggi, ritmati, veloci e intriganti, è anche vero che Vitija è andata a ricercare un tipo di film vecchio stampo e, anche per questo, dal ritmo lento e piatto. Ne consegue un film poco adatto al pubblico moderno, più idoneo invece alla postazione tv dopo il pranzo della domenica.

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