Netflix cancella l'attrice dalla promozione all'Oscar. L'attrice transgender si difende: «Io vittima della cancel culture»
HOLLYWOOD - Si mette male per l'attrice transgender Karla Sofía Gascón, la bravissima interprete del film "Emilia Pérez", il musical di Jacques Audiard pluricandidato agli Oscar. Netflix ha deciso di escludere l'attrice spagnola dalle campagne promozionali del film negli Stati Uniti.
La pellicola è imperniata sul personaggio della narcotrafficante trans interpretato appunto dalla diva spagnola, in cinquina a sua volta tra le migliori attrici protagoniste.
Ebrei, neri e coreani - Karla Sofía sarebbe dovuta arrivare questa settimana a Los Angeles per una serie di eventi al fianco di Audiard e delle co-star Zoe Saldana e Selena Gomez, ma il viaggio - scrive l'Hollywood Reporter - è stato cancellato a causa delle polemiche sui vecchi tweet dal sapore razzista e islamofobo emersi nei giorni scorsi proprio mentre stanno per cominciare le votazioni finali per gli Oscar. Cosa dicevano i vecchi tweet? Risalgono tra il 2020 e 2021 e sono stati segnalati dall'occhio vigile di una giornalista musulmano-canadese. In uno l'attrice spagnola se la prende con i musulmani in Spagna e la fede dell'Islam «da mettere al bando». Altri tweet contengono critiche a George Floyd («un truffatore tossicodipendente») ucciso dalla polizia in Minnesota, ironie sullo spirito di inclusività degli Oscar («un festival afro-coreano») e perfino un commento su Adolf Hitler: «Semplicemente aveva la sua opinione sugli ebrei».
Non hanno aiutato Gascón le nuove esternazioni sui social e in una lunga intervista alla Cnn in spagnolo non concordata con Netflix. Ed ecco dunque che Karla Sofía non sarà il 7 febbraio ai Critics Choice Awards al fianco di Saldana, Audiard e Selena Gomez, né l'indomani rappresenterà Emilia Pérez, come originariamente previsto, ai premi dei produttori.
Il 2 marzo al Dolby Theater Karla Sofía avrebbe potuto fare la storia: la prima donna apertamente trans a vincere come attrice protagonista, ma anche un simbolo della sfida di Hollywood a Donald Trump dopo la guerra dichiarata dal neo-presidente sulle questioni di genere. La statuetta, alla luce della controversia, sembra ormai quasi certamente tramontata mentre Netflix, che ha investito milioni di dollari per assicurare la fortuna di Emilia Perez, starebbe ora cercando di contenere i danni per salvare le altre 12 candidature tra cui quelle di Zoe Saldana, migliore attrice non protagonista, e di Audiard, in corsa per la migliore regia.
La reazione dell'attrice - Non si è fatta attndere la reazione della Gascón che ha assicurato di non avere «nulla da nascondere» e di essere vittima della «cancel culture». In un messaggio pubblicato sul suo account Instagram, replica così: «Sono stata trasparente perché non ho nulla da nascondere. Tempo fa mi sono sentita persa nella mia transizione, cercando approvazione negli sguardi altrui. Ma oggi, finalmente so chi sono. Cerco solo la libertà di esistere senza paura, di creare arte senza barriere e di continuare ad andare avanti con la mia vita», aggiunge.
Tuttavia ci sono quanti vogliono farle ostracismo e «applicare la cancel culture», la cultura della cancellazione, per boicottarla.
«Chiedo agli esperti di Hollywood, ai giornalisti che mi conoscono e che hanno seguito la mia traiettoria, come andare avanti?», conclude Karla Sofía Gascón nel messaggio diretto a vari media internazionali.