Paolo Santana, il PR delle star, sbarca in libreria con "Finché mi ricordo". Frammenti di una vita intensa. E di rapporti particolari.
BELLINZONA - Vederlo così emozionato fa tenerezza. Lui che è ha collaborato con star come Eros Ramazzotti, Loredana Bertè, Mia Martini o Renato Zero. E poi ancora: Angelo Branduardi, Antonello Venditti, Fiordaliso. Paolo Santana, 86enne milanese che vive a Bellinzona, sbarca in libreria con "Finché mi ricordo" (Edizioni Flamingo). Accanto a lui c'è l'amica Laura Ferraro. Di fronte il pubblico dell'Auditorium di Banca Stato. «Non so neanche io perché. Ma mi sono messo a raccontare la mia vita».
«Girate il mondo» – Un'esistenza avventurosa. Piena di colpi di scena. Dagli show presentati nelle balere della Riviera Romagnola allo storico programma mattutino condotto su Rete Uno. Fino ad arrivare alla collaborazione con l'Alpha Relazioni Pubbliche. «Lì ho girato il mondo. Lo consiglio a tutti di viaggiare. Tutto sta cambiando troppo in fretta. Tante cose meravigliose forse tra vent'anni non ci saranno più».
Le donne e la moda – E poi ci sono le donne. «Sono stato sposato due volte. Ma sono stato anche un po' un marpione. Le donne sono belle, sì». La sua verve lo porterà a diventare il PR di Elio Fiorucci. Un'icona della moda. «Il numero uno in Europa per l'abbigliamento giovanile negli anni '70». Qualche anno più tardi arriva la televisione. «Tele Alto Milanese. Una delle prime televisioni private italiane. Ti sentivi libero di fare ciò che volevi».
«Distinguere l'artista dall'essere umano» – Esperienze che lo spingeranno verso la Polygram Dischi. Azienda in cui avrà il compito di tenere le relazioni tra gli artisti musicali e i media. «Bisognava sempre distinguere l'artista dall'essere umano. Ciò che si vedeva sul palco non era esattamente quello che si vedeva dietro le quinte. Quando ascoltate una canzone non fatevi prendere da ciò che canta l'artista. A volte dietro un brano stupendo c'è un emerito cretino che si comporta male con la gente».
Quello strano barone – Il passaggio successivo, all'etichetta nascente Drogueria di Drugolo, gli consentirà di instaurare rapporti profondi. Uno su tutti: quello con Mia Martini, che lui ancora oggi chiama affettuosamente Mimì. «Il titolare dell'etichetta era un barone, tale Lando Lanni. Viveva in un castello sul Lago di Garda. Col ponte levatoio. Una volta sono andato lì con Mia Martini e con sua sorella Loredana Bertè. Arrivammo e ci fece attendere. Al maggiordomo chiedemmo se non ci fosse qualcosa da bere. Andammo in cucina e trovammo il frigorifero con la serratura. Sono strani i ricchi».
«Mimì è stata massacrata» – Con Mia Martini il legame è andato oltre il lavoro. «Il nostro rapporto fu però solo di grande amicizia. A scanso di equivoci. Quella donna ha sofferto tantissimo. L'hanno fatta piangere. L'hanno massacrata. È stata tradita da tante persone. Ancora oggi ci penso. E mi spiace. In me c'è ancora delusione, amarezza. Mi sono sentito impotente. Mia doveva essere aiutata. E invece è stata spodestata ingiustamente. Hanno giocato con le sue fragilità».
«Ricordo ancora il suo funerale» – Santana lo dice apertamente: «Mimì aveva tanta fiducia in me. L'ho sempre difesa. Anche contro tutti quelli che dicevano che portasse sfortuna. L'hanno calunniata a ripetizione. Quando è successo quello che purtroppo è successo, in tanti hanno pianto lacrime di coccodrillo. False. Lo ricordo ancora il funerale di Mimì. Quante cattiverie hanno detto su di lei. E poi evidenziavano solo le cose negative. Nessuno ha mai sottolineato che quando il padre stava morendo Mia ha cambiato casa per stargli vicino fino all'ultimo. Quello mica faceva clamore».
Il raffreddore di Eros – Tra i pupilli di Santana spicca anche Eros Ramazzotti. «Erano i primi anni '80 quando l'ho conosciuto. Era un ragazzino. Non credeva molto in sé stesso. Eppure vedete che carriera ha fatto. Ramazzotti l'ho seguito in tournée. Anche a Zurigo, dove accadde qualcosa di particolare: prima di un concerto si era attardato in piscina con delle ragazze. Raffreddandosi. Non aveva più voce. E non riuscì a cantare. Si scusò davanti al pubblico. Lo obbligai a farlo. Lui con tanta umiltà si assunse le sue responsabilità».
La Voce del Bellinzonese – Quella stessa sera un po' per caso arriva l'aggancio con "90.6, La Voce del Bellinzonese". Una radio privata che ha fatto la storia della Svizzera italiana. «È per questo che vivo a Bellinzona e non me ne sono più andato. È stata un'avventura stupenda. Ci ho messo tanto del mio. Ho avuto la fortuna di trovare le persone giuste. Talenti. Quella radio è stata mitica per un'intera generazione».
La vignetta – Meraviglie di un uomo che ha fatto di tutto. Anche il direttore della discoteca Titanic di Grancia. «Non saprei cosa chiedere di più. Forse la prossima cosa che mi aspetta è la casa per anziani», scherza. Il pubblico applaude. Paolo Santana si commuove ancora. Stringe in mano il suo libro. Con una copertina particolare. «Riproduce la vignetta di Fulvio Ciccardi pubblicata sul "Dovere" nel 1989. Quando lasciai "90.6". È un'immagine che ho sempre custodito con affetto».
Un libro che fa beneficenza
Tutti i proventi dell'autore andranno in beneficenza. In particolare all'associazione "Helga for Africa" che opera in Mali e in Burkina Faso. E che si occupa soprattutto di bambini.