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ITALIAChristian De Sica: «Papà Vittorio un dio, mi diceva di ridere sempre»

29.12.23 - 09:30
L’attore ha rivelato dettagli della vita privata e professionale
IMAGO / ABACAPRESS
Christian De Sica: «Papà Vittorio un dio, mi diceva di ridere sempre»
L’attore ha rivelato dettagli della vita privata e professionale

ROMA - «Un dio, anzi il mio dio». Christian De Sica inizia definendo così il padre Vittorio, leggenda del cinema italiano e internazionale, in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera nella quale ripercorre la sua vita privata e professionale. «Ancora oggi, prima di un debutto in teatro, non dico mai ‘mio Dio aiutami’, ma dico ‘papà, aiutami’ - continua De Sica - Se mi parla ancora? Mi parlano le sue lezioni di vita e d’arte. Un uomo elegante, folle, d’altri tempi».

Tra le “follie” di Vittorio De Sica, la sua bigamia. «Io ero il figlio dell’amante con cui viveva, Maria Mercader, sua moglie Giuditta Rissone abitava non lontano e lui amava tutte e due. Oggi questo sarebbe inammissibile, ma era il Novecento. Mia madre ha sofferto, lo so, ma dopo la sua morte (lei e la Rissone, ndr) sono diventate amiche». Ma la famiglia allargata dei De Sica si estende anche fuori dall’Italia. «Una volta mi chiamò una spagnola dicendomi ‘Ciao, sono Vittoria De Sica, tua hermana’. Papà mi spiegò che la madre, Maria, declamava le poesie di García Lorca in modo sublime, e così... Emi, mia sorella, l’ho conosciuta che eravamo già grandi e non perché papà ce l’abbia presentata (non ne ha mai trovato il coraggio), ma perché lei un giorno chiamò a casa e disse: ‘Sono Emilia, figlia di tuo padre e insomma volevo conoscerti’. Le ho voluto bene per tutta la vita».

Christian, al contrario del padre, è fedelissimo alla moglie Silvia Verdone, sorella dell’attore e regista Carlo. «Cosa cementa le unioni longeve? Qualche volta la fame. Io la fame l’ho fatta e Silvia insieme a me. Mesi in cui abbiamo saltato i pasti o condiviso un uovo, ricordo gli anni in cui giravo un film a Parigi. Papà morì che io avevo 23 anni e anche se oggi sono conosciuto come ‘quello dei cinepanettoni’, quindi campione d’incassi, ci sono stati periodi della nostra vita in cui nessuno mi faceva lavorare».

Oggi De Sica torna di tornare al cinema con due film scritti da lui, dal tono però drammatico. «Due film che stanno lì, pronti per essere girati ma nessuno li vuole fare - ha concluso l’attore -. Sono due film seri, che ho scritto io. Io pago lo scotto dei cinepanettoni e nessuno pensa che abbia l’atout dell’attore drammatico. Magari lo danno a uno giovane che non ha fatto nulla, ma non a me. Eppure film drammatici li ho fatti, come ‘I limoni d’inverno’ di Caterina Carone. Ma va bene così, perché papà ripeteva: ‘Cercate di ridere sempre. Anche ai funerali. Godetevi ogni attimo, perché poi vola via’».

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