Cerca e trova immobili

CREDIT SUISSETerzo trimestre difficile per Credit Suisse: profondi cambiamenti sono in vista

27.10.22 - 07:11
La riduzione del personale sarà consistente: saranno tagliati 9000 posti di lavoro in tre anni.
Depositphotos (AndreaA.)
Terzo trimestre difficile per Credit Suisse: profondi cambiamenti sono in vista
La riduzione del personale sarà consistente: saranno tagliati 9000 posti di lavoro in tre anni.

ZURIGO - È la giornata più importante della storia recente di Credit Suisse. Oggi pomeriggio la seconda banca svizzera presenterà la sua strategia per presentare i tempi a venire: l'attesissimo annuncio rischia di far passare in secondo piano la comunicazione dei dati del terzo trimestre, avvenuta questa mattina.

Mesi agitati - Credit Suisse ha fatto segnare ricavi netti per 3,8 miliardi di franchi svizzeri e una perdita ante imposte di 342 milioni di franchi svizzeri. «Il terzo trimestre, e più in generale il 2022, sono stati significativamente impattati dal perdurare delle difficili condizioni di mercato e macroeconomiche, che hanno portato a una performance più debole» ha dichiarato l'amministratore delegato Ulrich Körner. La difficile situazione geopolitica e il significativo inasprimento monetario da parte delle principali banche centrali di tutto il mondo - in risposta al continuo e significativo aumento dell'inflazione - «hanno determinato un'accentuata volatilità dei mercati, flussi deboli di clienti e la continua riduzione della leva finanziaria da parte degli stessi». La perdita nel terzo trimestre è stata quantificata in quattro miliardi di franchi, il che porta il rosso del 2022 a 5,9 miliardi.

Performance «debole» - Il settore maggiormente colpito è stato quell'investment banking: la relativa performance è giudicata «debole» dall'istituto. «Le nostre aree di forza principali, quali il trading e l'Investment Banking & Capital Markets, hanno risentito del significativo aumento della volatilità e dell'aumento degli spread creditizi». Capital Markets, in particolare, «hanno risentito del significativo rallentamento dell'attività dei mercati dei capitali e dell'impatto cumulativo del nostro de-risking». Luci e ombre per Wealth Management, che è stato «messo a dura prova» dal calo dell'attività dei clienti, ma ha potuto godere del miglioramento dei tassi, con un aumento degli interessi netti. Solida, invece, la performance di Swiss Bank «Nonostante l'impatto negativo della recente modifica dei tassi d'interesse da parte della Banca nazionale svizzera». 

La ristrutturazione - Körner non si nasconde: «I recenti risultati a livello di Gruppo sono stati deludenti per i nostri stakeholder». Ed ecco un breve assaggio di cosa verrà detto nel pomeriggio: «Da oggi stiamo intraprendendo una serie di azioni decisive per riorientare Credit Suisse verso le esigenze dei nostri clienti e dei nostri stakeholder. Il nostro nuovo modello integrato sarà incentrato sul Wealth Management, su Swiss Bank e sull'Asset Management». Non sarà probabilmente un percorso indolore: «Ristruttureremo radicalmente l'Investment Bank, rafforzeremo il capitale e accelereremo la trasformazione dei costi. Riteniamo che queste azioni porteranno il Credit Suisse a una performance più stabile e a generare un valore duraturo per i nostri azionisti», ha concluso Körner. L'obiettivo è il taglio dei costi del 15% entro il 2025, pari a 2,5 miliardi di franchi. Nel contempo è previsto un aumento di capitale, così da rafforzare la struttura complessiva dell'istituto di credito.

Meno personale - La ristrutturazione avrà delle conseguenze sui dipendenti. «Una riduzione dell'organico di 2.700 dipendenti equivalenti a tempo pieno (FTE), pari al 5% della forza lavoro del Gruppo, è già in corso» nel quarto trimestre dell'anno. Ma non finisce qui: «Credit Suisse prevede di gestire la banca con 43mila FTE entro la fine del 2025» ovvero 9000 unità equivalenti in meno rispetto a oggi. Ciò avverrà attraverso addii volontari, un percorso di uscita dall'azienda per raggiunti limiti di età ma anche tramite «riduzioni mirate dell'organico».

Cambi al vertice - Un primo cambiamento ai vertici è quello di Christian Meissner, già anticipato e ora ufficialmente confermato: il CEO dell'Investment Banking lascia Credit Suisse con effetto immediato. Inoltre Michael Klein esce dal consiglio di amministrazione e, oltre a operare come consulente del CEO Körner, si occuperà della nuova unità CS First Boston (vedi sotto).

L'ingresso dei sauditi - Credit Suisse, andando alla ricerca di nuovi capitali, ha stretto un accordo con un partner finanziariamente forte: Saudi National Bank, la più grande banca commerciale saudita, che contribuirà all'aumento di capitale con 1,5 miliardi di franchi. Nello stesso tempo Credit Suisse ha annunciato l'emissione di nuove azioni per un volume totale di circa quattro miliardi di franchi - corrispondenti a quasi un terzo dell'attuale capitalizzazione di mercato.

Il piano per il rilancio di Credit Suisse

In cosa consiste la strategia studiata per rilanciare Credit Suisse? In una «serie di azioni decisive», è stato spiegato questa mattina - e sarà meglio illustrato nel pomeriggio - finalizzate a «creare una banca più semplice, più focalizzata e più stabile, costruita intorno alle esigenze dei clienti». La revisione strategica condotta dal Consiglio di amministrazione e dal Comitato esecutivo ha evidenziato infatti la necessità di una «radicale ristrutturazione dell'Investment Banking, a un'accelerazione della trasformazione dei costi e a un rafforzamento e a una riallocazione delle attività».

Nei prossimi tre anni Credit Suisse cercherà di «ridurre in modo significativo le attività ponderate per il rischio» nell'Investment Banking. Ciò avverrà tramite liberazione di capitale dalle uscite e riduzione significativa dell'esposizione per i prodotti cartolarizzati, riduzione delle attività ponderate per il rischio e dell'esposizione alla leva finanziaria del 40%, un'attività di Markets altamente connessa e un franchise di Investor Products leader del settore, oltre all'utilizzo di CS First Boston come banca indipendente di Capital Markets e Advisory.

Si punta inoltre ad assegnare quasi l'80% del capitale a Wealth Management, Swiss Bank, Asset Management e Mercati entro tre anni. La riduzione dei costi entro il 2025, come detto, sarà del 15%, con l'obiettivo di arrivare a uscite pari a 14,5 miliardi. Lo scopo è quello di «realizzare un nuovo modello di business più integrato, con l'obiettivo di creare valore per gli azionisti». Ciò che dovrà nascere, alla fine di tutti questi cambiamenti, dovrà essere «un nuovo Credit Suisse». Il presidente del CdA Axel Lehmann ha dichiarato: «Crediamo di non aver lasciato nulla di intentato. Oggi annunciamo il risultato di questo processo: una strategia radicale e un chiaro piano di esecuzione per creare una banca più forte, più resiliente e più efficiente». Un piano, è sicuro Lehmann, che sarà coronato dal successo «e ci aiuterà a ricostruire la nostra banca».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Moga 1 anno fa su tio
A furia di capellate son riusciti a farla fallire. Ora finirà in mano a qualche arabo

Elisa_S 1 anno fa su tio
Io non sono economista...ma penso che qualsiasi sistema come quello bancario che distribuisce singole paghe che possono raggiungere oltre 10 milioni all anno...bonus esclusi...sia destinato a cedere prima o poi .. 10 milioni....che non saranno mai reinvestiti nell' azienda....ma se agli azionisti va bene....allora tacio.

fama 1 anno fa su tio
Una volta un direttore di Banca era considerato come una persona ineccepibile e la Banca stessa era la sicurezza di uno svizzero. Ora le Banche sono diventate una macchina guidata da imbroglioni, truffatori e usurai ma il peggio che sono anche degli incapaci irresponsabili! Bisognerebbe proibire di fregiarsi del logo Svizzero!

Patty 1 anno fa su tio
E speriamo che ai vertici se ne vadano senza bonus questa volta...

Elisa_S 1 anno fa su tio
Risposta a Patty
Figurati...😶 I vertici pur di rinunciare al 10 percento dei bonus e salvare 100 paghe annuali ...

CHGordola 1 anno fa su tio
Ci sono troppe banche e troppi pochi soldi (nelle mani della gente comune) stessa gente che presto non avrà un lavoro e dovremo purtroppo mantenere noi fortunati che il lavoro l'abbiamo. Grandi banche, continuiamo così a far soldi sul lavoro degli altri e a tagliare posti non appena si hanno difficoltà o a ricevere i contributi dell'amata Confederella.

ioenontu82 1 anno fa su tio
Risposta a CHGordola
quali sono i contributi della confederella di cui parli?

Soleluna 1 anno fa su tio
Risposta a ioenontu82
Purtroppo giustamente ora dovranno licenziare ci sono posizioni occupate da troppe persone che oramai non servono più. .Anche nel nostro piccolo dobbiamo risparmiare. CS sta tentando in tutti i modi di salvarsi .

Sarà 1 anno fa su tio
Risposta a ioenontu82
@ioenontu82 - I contributi della confederella sono quelli che male che vada non la lasceranno fallire. Vedi UBS e appena pochi giorni fa la AXPO. Della serie privatizziamo gli utili e socializziamo le perdite. E i dirigenti, responsabili del dissesto, se ne vanno con bonus milionari, vedi Hospel per UBS.

ioenontu82 1 anno fa su tio
Risposta a Sarà
Con UBS la confederazione ha fatto un utile di 1 miliardo… con AXPO si tratta di liquidità necessaria all’attività di trading dovuto all’aumento considerevole dei prezzi dell’energia, non sono contributi a fondo perso… forse é il caso di informarsi…

Soleluna 1 anno fa su tio
La verità è che in Svizzera non abbiamo più bisogno di due grandi colossi. Non basterà rendere più solida CS , la sua reputazione è andata "purtroppo" scemando sia a livello nazionale che all'estero e fi certo non bastano le ristrutturazioni .I numeri per recuperare la fiducia dei clienti.

Elisa_S 1 anno fa su tio
Risposta a Soleluna
Dovrebbero anziché tagliare posti di lavoro rivedere la loro politica interna, specialmente quella della proporzione degli stipendi e distruzione bonus . Forse qualcuno tornerebbe.
NOTIZIE PIÙ LETTE