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Meloni a "gamba tesa" sul totoministri

La futura "premier" italiana non accetta diktat (né pone veti) e avrebbe un'arma "finale": una sua lista per l'esecutivo
AFP
Meloni a "gamba tesa" sul totoministri
La futura "premier" italiana non accetta diktat (né pone veti) e avrebbe un'arma "finale": una sua lista per l'esecutivo
ROMA - Il "totoministri" di questi giorni a Giorgia Meloni non piace. La "premier" italiana in pectore ha riunito - per la prima volta dopo la vittoria alle urne del centrodestra e, in particolare di Fratelli d'Italia - lo stato maggiore del suo part...

ROMA - Il "totoministri" di questi giorni a Giorgia Meloni non piace. La "premier" italiana in pectore ha riunito - per la prima volta dopo la vittoria alle urne del centrodestra e, in particolare di Fratelli d'Italia - lo stato maggiore del suo partito. La linea è chiara: non intende farsi imporre «nomi che non siano all'altezza». Nessun diktat.

Ed è un segnale diretto tanto ai suoi quanto agli altri componenti della coalizione, che Meloni ha "rassicurato" confermando, scrive oggi il Corriere della Sera, ciò che da giorni già si vociferava: non ci saranno veti su nessuno. Neanche su Salvini. Ma l'unica direttrice che la leader di Fdi intende seguire è quella di mettere le persone più adatte al posto giusto. In altre parole, Palazzo Chigi non sarà una "camera" di compensazione per sistemare le grane interne delle varie forze politiche.

Citando le sue parole: «Nessuno pensi di risolvere i problemi interni proponendo nomi per l'esecutivo». Punto e capo. E in tal senso, il foglio italiano svela anche la presenza di un retroscena. Un vero e proprio ultimatum. Il "piano Meloni": se non ci sarà un'intesa sui nomi, la leader della coalizione vincente sarebbe pronta a salire dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, impugnando una sua lista per poi andare in Parlamento. Con una morale di fondo molto semplice: se qualcuno non ci sta, quella è la porta. Ma prima di passare alle ipotesi finali c'è il dialogo. E la futura Presidente del Consiglio ha ribadito di essere «disposta ad ascoltare tutti» ma «sul principio non si può derogare. Serve un governo forte e coeso, autorevole, di persone competenti, di alto profilo».

Un governo che sarà «politico», perché espressione di una coalizione chiara, ma in cui potranno trovare spazio anche figure tecniche se in alcuni ruoli la formazione dovesse trovarsi «scoperta». Perché si troverà confrontato con «la fase più difficile della storia della Repubblica».

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