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STATI UNITI/EUROPAScontro Trump-Ue sui dazi, Cohn si dimette

07.03.18 - 07:46
Il clima è sempre più rovente. Preoccupazione dalla Svezia
Keystone
Scontro Trump-Ue sui dazi, Cohn si dimette
Il clima è sempre più rovente. Preoccupazione dalla Svezia

NEW YORK - Tra Stati Uniti ed Europa i toni sono già da guerra commerciale. E alla vigilia del piano con cui Bruxelles intende contrastare i dazi su acciaio e alluminio annunciati da Donald Trump, il presidente americano rende ancor più rovente il clima: «La Ue è stata particolarmente dura con gli Stati Uniti. Hanno reso impossibile vendere lì alcuni nostri prodotti come le automobili. Una situazione molto ingiusta. Questo non accadrà mai più».

Intanto a dare un altro scossone alla Casa Bianca sono le dimissioni del consigliere economico del presidente degli Usa, Gary Cohn. L'ex banchiere di Goldman Sachs, che è stato l'architetto principale del taglio delle tasse fortemente voluto dal tycoon, guidava all'interno dello staff presidenziale l'ala globalista, quella contraria a una stretta generalizzata sulle importazioni alzando in maniera indiscriminata dazi e tariffe. Alla fine Cohn ha perso il braccio di ferro con i falchi come il consigliere per le politiche commerciali di Trump, Peter Navarro.

Con l'Europa, dunque, sembra proprio si sia a un passo dallo scontro vero e proprio. E ha un bel dire il segretario al tesoro americano, Steven Mnuchin, che gli Usa non cercano il muro contro muro. Quelle di Trump sono parole che non lasciano dubbi sulle intenzioni di portare avanti una politica fortemente protezionistica, nonostante l'insistente pressing sulla Casa Bianca per scongiurare il peggio.

«A volte le guerre commerciali non sono così male», spiega Trump senza tanti giri di parole, ribadendo con forza: «Metteremo i dazi su acciaio e alluminio, non abbiamo altra scelta per proteggere i nostri lavoratori e le nostre imprese». Perché, torna a denunciare, «per decenni altri Paesi si sono avvantaggiati a discapito degli Stati Uniti, ora basta».

E pazienza se anche gran parte dell'establishment del partito repubblicano americano esprime grande preoccupazione, a partire dai leader di Camera e Senato, Paul Ryan e Mitch McConnell. La firma della stretta di Trump è ormai attesa entro la settimana.

Così Bruxelles si prepara a rispondere con misure che rappresentano una vera e propria ritorsione. Sul tavolo della Commissione Ue c'è già una lista di prodotti made in Usa da colpire, per un totale di 2,8 miliardi di euro (3,2 miliardi di franchi), ossia tanto quanto i preannunciati dazi Usa al 25% e 10% impatterebbero sull'acciaio e alluminio europeo. La volontà europea è di ottenere il massimo impatto non solo economico ma anche politico, a pochi mesi dalle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti, quando verrà rinnovata gran parte del Congresso. Cosi' si punta a penalizzare le importazioni di iconici brand come Levi's o Harley Davidson, passando per il Bourbon.

In particolare, secondo le indiscrezioni, i dazi dell'Ue colpiranno tre settori: agroalimentare, acciaio e altro, ognuno per circa un terzo del valore. Pronti anche una clausola di salvaguardia, nel caso l'acciaio Usa a basso costo invada il mercato dell'Ue, e un ricorso davanti all'Organizzazione mondiale del commercio, su cui l'Ue si sta coordinando con altri Paesi come il Canada. Le misure dell'Ue scatteranno solo se gli Usa faranno scattare le loro.

Dalla Svezia -  «Come Paese membro della Ue, penso sia importante trovare un modo di cooperare tra Ue e Usa»: lo ha detto il premier svedese Stefan Lofven nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con Donald Trump, dopo che quest'ultimo ha ribadito la sua intenzione di imporre dazi su acciaio e alluminio accusando la Ue di aver trattato male gli Usa sul piano commerciale. «Io guido un piccolo paese che dipende dal commercio aperto», ha aggiunto, ricordando l'alta quota di esportazioni svedesi.

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