In serata i militari hanno annunciato che il capo della Giunta, il capitano Amadou Sanogo, ha firmato un accordo con il ministro burkinabe Djibrill Bassolè, mediatore per la crisi che prevede che l'interim per il potere sia affidato al presidente dell'Assemblea nazionale". Nell'intesa si prospetta anche una "amnistia generale" per i golpisti.
Intanto i tuareg hanno dato una svolta al loro sogno secessionista proclamando l'indipendenza della regione settentrionale dell'Azawad, rivendicata da secoli. Ma il loro passo ha trovato il secco diniego della comunità internazionale mentre le milizie islamiche che controllano la città-crocevia del Nord, Timbuctu, si sono smarcate dalla dichiarazione tuareg accrescendo la confusione che regna nel Paese africano, abbandonato ormai da migliaia di persone, in fuga da violenze, sequestri e distruzione.
Poco prima l'Ecowas aveva respinto la dichiarazione di indipendenza della regione di Azawad minacciando di ricorrere all'uso della forza, per "preservare l'integrità territoriale". Cominciata nel gennaio scorso, la quarta ribellione in 50 anni degli 'Uomini blu' del Sahara è culminata ieri nella secessione dal potere centrale.