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Tentata aggressione a sfondo sessuale a Giubiasco

Il racconto della vittima: «Aveva i pantaloni sbottonati e ha cercato di farsi toccare, ma sono riuscita a difendermi»
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Fonte Red
Tentata aggressione a sfondo sessuale a Giubiasco
Il racconto della vittima: «Aveva i pantaloni sbottonati e ha cercato di farsi toccare, ma sono riuscita a difendermi»
BELLINZONA - È una vicenda raccapricciante, che ha lasciato strascichi psicologici, quella che si sarebbe verificata la sera di martedì 14 maggio in via Bellinzona, a Giubiasco. A raccontarcela è la stessa protagonista, che aveva lasciato l'auto i...

BELLINZONA - È una vicenda raccapricciante, che ha lasciato strascichi psicologici, quella che si sarebbe verificata la sera di martedì 14 maggio in via Bellinzona, a Giubiasco.

A raccontarcela è la stessa protagonista, che aveva lasciato l'auto in un posteggio a pagamento «non trovando nulla di libero nei paraggi», per recarsi a una festa in piazza Grande. Una festa che la donna ha abbandonato attorno alle 10:30.

«Rientrando, mi sono fermata sotto il porticato a fumare una sigaretta - spiega P.* -. Mi era sembrato di sentire qualcuno che mi seguiva, ma girandomi non avevo visto nessuno, quindi ho proseguito verso l'auto». Invece qualcuno, stando a quanto racconta, c'era. «A circa una ventina di metri dal parcheggio sono stata aggredita da dietro».

Un'aggressione, purtroppo, a sfondo sessuale. «Ha subito cercato di mettermi la mano nei pantaloni». L'uomo era già pronto alla violenza: «Aveva i pantaloni sbottonati, con i genitali esposti. Mi ha preso la mano per costringermi a toccarlo», prosegue. Proprio questa mossa, ha giocato a sfavore dell'aggressore. «Ho le unghie lunghe, sono riuscita a fargli male. Si è accasciato a terra. Quindi, con l'ombrello che tenevo in mano, l'ho colpito in faccia riuscendo così a salire in auto e andarmene».

Attorno, spiega, nemmeno l'ombra di un passante. «Ero talmente spaventata che non ho trovato la forza per gridare. Temendo un attacco di panico sono corsa a casa, in un posto sicuro». P. è andata a trovare la polizia il giorno dopo.

Ma ora vuole denunciare pubblicamente l'accaduto: «Probabilmente era nel locale con me. Sono riuscita a vederlo bene, alto 170/175 centimetri, jeans e scarpe bianche, occhi chiari, capelli mossi e labbra carnose. Bianco di carnagione e sulla 30ina. Indossava un piumino nero e una felpa con cappuccio. Non l'avevo mai visto prima».

La donna non nasconde di temere per la propria incolumità: «Ho paura di ritrovarmelo davanti a casa. Non mi sento più tranquilla». P. sta cercando di proteggersi come può: «La polizia mi ha detto di portare con me uno spray al pepe. E di non rientrare da sola la sera». A salvarla, ammette lei stessa, è stata la prontezza di riflessi: «Avesse trovato una ragazzina più fragile e sprovveduta, le cose sarebbero potute andare peggio».

*nome noto alla redazione.

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