La guerra ai narcos: almeno 15 minori uccisi

Il governo di Bogotà: «Molti sono caduti tentando di uccidere soldati e poliziotti»
BOGOTÀ - Sono almeno 15 i minorenni morti in Colombia durante operazioni militari promosse contro organizzazioni criminali composte da ex guerriglieri delle disciolte Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Il bilancio dell'Istituto di medicina legale riguarda diversi attacchi compiuti dall'esercito colombiano tra agosto e novembre nei dipartimenti di Guaviare, Caquetá e Arauca.
L'escalation del conflitto e la morte di bambini e adolescenti ha alimentato critiche contro il governo di Gustavo Petro. Le organizzazioni per i diritti umani e l'ufficio del difensore pubblico hanno espresso forte preoccupazione per il numero crescente di minori coinvolti e chiesto verifiche sul rispetto del diritto internazionale umanitario.
Dal canto suo, il comandante delle Forze militari, Francisco Cubides, in un'intervista a Blu Radio, ha difeso la legalità dei raid, assicurando che «tutte le operazioni si pianificano nel quadro del diritto internazionale umanitario».
Il ministro della Difesa, Pedro Sánchez, ha precisato che molti dei minorenni «sono caduti tentando di uccidere soldati e poliziotti» e che nei gruppi armati la presenza di adolescenti reclutati «raggiunge il 20-30%». Per questo ha affermato che, senza fermare «il crimine contro l'umanità che è il reclutamento di minori» da parte delle organizzazioni, il fenomeno continuerà a crescere.
Il presidente Petro ha chiesto perdono alle famiglie, riconoscendo «la dolorosa perdita», ma ha escluso la sospensione dei bombardamenti, difendendo la necessità delle operazioni nel quadro del conflitto armato.




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