«Abbiamo fatto degli errori»

Sul mancato arresto di Carles Puigdemont, la polizia catalana fa mea culpa
BARCELLONA - I Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, hanno riconosciuto in un rapporto inviato al Tribunale Supremo «errori nell'operazione» organizzata lo scorso 8 agosto, che avrebbe dovuto portare all'esecuzione dell'ordine di arresto per Carles Puigdemont, l'ex presidente e deputato di Junts per Catalunya, ritornato a Barcellona per una 'toccata e fuga' il giorno della designazione a governatore del socialista Salvador Illa.
Nel rapporto inviato al giudice del Tribunale Supremo, Paolo Llarena, anticipato oggi da El Confidencial, i Mossos hanno ammesso di non aver previsto la possibilità di una nuova fuga di Puigdemont, al suo rientro in Spagna dopo quasi sette anni dalla prima fuga all'estero, all'indomani della dichiarazione unilaterale di indipendenza dell'ottobre 2017.
Nella risposta, i Mossos assicurano che pensavano che Puigdemont volesse raggiungere il Parlamento regionale per poter «esercitare i propri diritti» come deputato eletto di Junts. Invece l'ex presidente, scortato da una folla di dirigenti politici, dopo un breve discorso davanti a 3.500 sostenitori della causa indipendentista, si è dileguato su un'auto bianca, per poi riapparire due giorni dopo nel suo rifugio di Waterloo in Belgio.




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